Strozzina e esattrice a 85 anni: "Se non paghi ti infilo un coltello in pancia"

martedì 13 ottobre, 2015

CASERTA, 13 OTTOBRE 2015 - A ottantacinque anni non era certo l'esempio di nonna premurosa o dell'anziana rimasta sola. Anzi, dalle intercettazioni fatte dai carabinieri per sventare un giro di usura emerge che era lei a comandare. E col pugno di ferro: "Ti infilo un coltello nella pancia. Ti do una botta in testa con un bastone". Così Michela Eliseo, intercettata dai carabinieri, si rivolgeva alle vittime di usura quando non erano in grado di pagare. [MORE]

Era sempre lei a recarsi personalmente a riscuotere le somme. Se c'era un problema poi intervenivano i figli con ulteriori minacce. La nuora, invece, secondo quanto emerso dalle indagini, era la procacciatrice dei 'clienti'. Grazie al suo lavoro di collaboratrice domestica, faceva una sorta di pubblicità nelle famiglie in cui prestava servizio alla ricerca di nuove vittime.

Insomma, un'intera famiglia, madre con i due figli Ferdinando e Giuseppe D'Angelo e la nuora Maddalena Razzano, dedita a prestiti usurai che arrivavano anche al 106 per cento in base alle somme corrisposte come prestito dove ognuno degli indagati aveva un ruolo specifico. Per coloro che erano in regola con i pagamenti la famiglia effettuava un piccolo sconto sugli interessi, mentre ad ogni ritardo settimanale si aggiungeva una "mora" di 20 euro.

L'inchiesta dei militari dell'Arma, coordinata dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha ricostruito le vicende di un prestito erogato nel 2011 dalla famiglia alle titolari di una ditta di Maddaloni del settore articoli casalinghi, una vicenda di minacce e tassi usurai durata fino al dicembre 2014. In tutto sono state quattro le vittime di usura accertate.

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