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Strasburgo, la Corte europea condanna l'Italia: il cognome della madre è un diritto

STRASBURGO, 7 GENNAIO 2014 – La Corte europea dei diritti Umani di Strasburgo, con una sentenza che diventerà definitiva fra tre mesi, ha riconosciuto il diritto dei genitori di dare ai propri figli anche il solo cognome della madre.

Condanna dell’Italia per aver negato questa possibilità a una coppia - i coniugi milanesi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo - che aveva avanzato la richiesta per la figlia nata nel 1999 e che da allora, fino alla vittoria odierna, si è battuta per il riconoscimento di tale diritto.

I giudici della Corte di Strasburgo hanno riscontrato una violazione dell’articolo 14 della Convenzione in combinato disposto con l’articolo 8, invitando il nostro Paese ad adottare al più presto riforme legislative o di altra natura per riparare l’infrazione riscontrata. Essi riconoscono la discriminazione tra coniugi compiuta dallo Stato italiano, sostenendo che «se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne».[MORE]

«Questa di oggi, è una vittoria di tutte quelle madri che vogliono poter vedere realizzato il legittimo desiderio di dare il proprio cognome ai figli, una vittoria ottenuta nel nome di quel principio di pari opportunità che nella nostra società va attuato a tutti i livelli. Ora tocca a noi, che siamo in Parlamento, lavorare affinché questo diritto sia riconosciuto con una legge italiana», ha commentato la deputata Roberta Agostani (Pd) , vicepresidente della commissione Affari Costituzionali.

(Immagine: Parlamento di Strasburgo, verona-in.it)

Domenico Carelli