Estero
Strage Orlando, Trump attacca Clinton su questione migranti
ORLANDO (FLORIDA) - L'aspirante candidato alla Casa Bianca, Donald Trump, a seguito della strage compiuta in un locale gay nella città di Orlando durante le prime ore del mattino di domenica 12 giugno che ha provocato cento tra morti e meriti, ha attaccato duramente la rivale democratica Hillary Clinton e il presidente Obama.
Il magnate newyorkese, secondo quanto appreso dai media, nella giornata di lunedì 13 giugno ha dichiarato di "voler proteggere tutti gli americani quando sarà diventato il presidente degli Stati Uniti" e ha sottolineato di essere fortemente contrariato riguardo la posizione sull’immigrazione di Hillary Clinton che "vuole aumentare il numero degli arrivi dal Medio Oriente". [MORE]
A poche ore dalla strage di Orlando, il tycoon Donald Trump aveva chiesto le dimissioni di Barack Obama, in quanto, il presidente, nel suo intervento, non aveva parlato di "Islam radicale". Alle agenzie di stampa, Trump ha espresso il suo pensiero nel seguente modo: "Il terrorista, Omar Mir Saddique Mateen, è il figlio di un immigrato dell’Afghanistan che ha apertamente dichiarato il suo sostegno per i talebani afghani. Secondo l’istituto di ricerca Pew, il novantanove per cento della gente in Afghanistan appoggia l’oppressiva legge della Sharia. Noi ammettiamo negli Stati Uniti più di centomila migranti dal Medio Oriente ogni anno. Dall’11 settembre, centinaia di migranti e i loro figli sono stati implicati in atti di terrorismo negli Stati Uniti”.
Nessuna replica da parte del magnate riguardo la posizione di Obama che ha lanciato un nuovo appello per una legge sul controllo delle armi. Anche la candidata repubblicana Clinton, a poche ore dalla sparatoria nel locale gay, era stata perentoria sul tema delle armi da guerra: "Dobbiamo tenere armi come quelle usate la scorsa notte lontano dalle mani dei terroristi o di altri violenti criminali".
Luigi Cacciatori
Immagine da www.independent.co.uk