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Strage in locale gay di Orlando, 50 morti. Si teme sia un attentato dell'Isis
ORLANDO (FLORIDA) - È di 50 morti e 53 feriti il bilancio della strage in un locale gay di Orlando, in Florida, compiuta nella notte di domenica 12 giugno da un americano di ventinove anni figlio di una coppia di afghani. È il bilancio più pesante di una sparatoria negli Usa in tempo di pace.
Nella notte l’uomo è entrato in un night club e ha aperto il fuoco sui presenti, poi si è barricato all'interno con alcuni ostaggi. La polizia che è intervenuta poco dopo e ha circondato tutta l'area ha dato l'assalto attorno alle 5 del mattino, ora locale, con le forze speciali, abbattendo l'uomo. Non è ancora chiaro se e quante persone siano morte nell'assalto della polizia. [MORE]
L’autore della strage è stato identificato come Omar Matees, un americano di origini afgane che come lavoro faceva la guardia giurata con regolare porto d’armi. E sull’attacco si allunga l’ombra dell’Isis. Infatti, prima di compiere l’attacco terroristico Matees ha chiamato il 911, il numero unico delle emergenze negli Usa, per proclamare la sua fedeltà allo Stato islamico, mentre l’Fbi ha confermato che lo aveva anche interrogato nel 2013 e nel 2014.
In serata è arrivata la rivendicazione dello Stato Islamico attraverso l'Amaq, l'agenzia di stampa del Califfato: "L'attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico", si legge nel messaggio.
Conrdoglio da parte di Barak Obama: "Oggi si segna la peggiore strage nella storia dell'America", è stato un atto di terrore e di odio, i nostri cuori sono spezzati ", ha detto il presidente Usa. "Un attacco a qualsiasi americano è un attacco a tutti gli americani. Manteniamo i valori che ci fanno americani. Dobbiamo dimostrare che siamo un Paese che è soprattutto identificato per l'amore e non per l'odio".