Cronaca

Strage via D'Amelio: condannati Spatuzza, Tranchina e Candura

CALTANISSETTA, 13 MARZO 2013 - Arrivano le prime tre condanne nel nuovo filone dell’inchiesta sulla strage di Via D’Amelio, dove il 19 luglio del 1992 morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, uccisi dallo scoppio di un’autobomba. 

Il gup di Caltanissetta Lirio Conti ha condannato, in rito abbreviato, i collaboratori di giustizia Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, rispettivamente a 15 e 10 anni di carcere per l’accusa di strage, mentre il falso pentito Salvatore Candura è stato condannato a dodici anni per calunnia.

Attraverso le ricostruzioni dei due collaboratori di giustizia è stato possibile ricostruire le fasi preliminari della strage e smascherare il depistaggio orchestrato da gruppo di falsi pentiti, tra i quali Candura e Vincenzo Scarantino, che è costato l’ergastolo a sette innocenti.[MORE]

Vincenzo Scarantino, infatti, si era dichiarato colpevole del furto e dello scoppio della Fiat 126 che ha provocato la strage e in base alle sue false dichiarazioni, poi ritrattate, sono stati condannati all’ergastolo Gaetano Murana, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Giuseppe Urso, Salvatore Profeta e Gaetano Scotto. I sette, che da oltre 15 anni si trovavano in carcere in regime di 41 bis, erano innocenti e sono tornati liberi soltanto nei mesi scorsi, a parte Scotto che deve scontare altre condanne.

Il 22 marzo, davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta, si terrà il processo con rito ordinario, che vede imputati Scarantino, i capimafia palermitani Salvatore Madonia e Vittorio Tutino e i falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci, rinviati a giudizio un mese fa.

Foto: askpa.it

Giovanni Gaeta