Cronaca
Strage di Sant'Anna di Stazzema: la Germania archivia l'inchiesta
FIRENZE, 02 OTTOBRE 2012- «Non è più possibile stabilire il numero esatto delle vittime considerato che nella regione si trovavano anche numerosi rifugiati di guerra provenienti da altre zone e per l'assenza di prove documentali comprovanti la responsabilità individuale dei diciassette accusati ancora in vita». Questo è il passaggio significativo della sentenza d’archiviazione con cui la Corte di Stoccarda ha deciso di non procedere nei confronti dei diciassette imputatati della strage di Stazzema dove, il 12 agosto 1944, furono barbaramente trucidate 560 persone.
I militari della Reichsfuehrer Ss si accanirono sulla popolazione provocando la morte di duecentosedici tra ragazzi e bambini, il più piccolo aveva appena venti giorni. Tra gli episodi più cruenti ricordiamo quello della «Vaccareccia», una località dove cento persone vennero raggruppate in tre stalle e in un cortile e massacrate con bombe a mano, mitragliatrici e fucili, e quello davanti alla chiesa di Sant'Anna di Stazzema, dove circa cento persone furono prelevate dalle case circostanti e ammazzate a colpi di mitra. I corpi, poi, vennero dati alle fiamme. Un numero imprecisato di civili trovò la morte mediante fucilazione in altre località della zona: alcuni dopo essere stati riuniti in una stanza, altri dopo essere stati condotti in un fosso, altri ancora dopo essere stati allineati contro il muro di una casa oppure per strada. Una ferocia inaudita che non risparmiò donne, bambini ed anziani.
Tra i responsabili dell’eccidio il novantunenne Gerhard Sommer, condannato nel 2005 all'ergastolo insieme ad altri 8 imputati dal tribunale di La Spezia e per il quale la Germania ha da sempre rifiutato l'estradizione.
Molto duro il commento del sindaco di Stazzema, Michele Silicati: «Si disconosce anche il lavoro di un tribunale militare italiano che nel corso degli anni ha svolto un lavoro importante su quanto accaduto; quello che mi lascia interdetto è che tra i gerarchi delle ex Ss tedesche c'è anche un reo confesso che ha dichiarato di aver considerato donne e bambini, alla pari degli adulti e si è reso responsabile di questo crimine di guerra. È una notizia che ci ha profondamente offesi e addolorati».
Commozione e rabbia nelle parole di Enrico Pieri, uno dei superstiti della strage: «Non ci credo che abbiano deciso una cosa del genere, non è possibile, è una offesa per tutte le 560 vittime. Non si può accettare un verdetto del genere».[MORE]
Davide Scaglione