Cronaca

Strage di Paderno: un triplice omicidio senza spiegazioni apparenti

Il giovane pluriomicida: "Non pensavo di arrivare a uccidere"

Un atroce delitto ha scosso la tranquilla cittadina di Paderno Dugnano, dove un ragazzo di soli 17 anni ha brutalmente ucciso i suoi genitori e il fratello minore di 12 anni nella notte tra agosto e settembre. L'accusa a suo carico è quella di triplice omicidio aggravato dalla premeditazione.

Il Fattore scatenante: una notte di angoscia

Nel corso dell’interrogatorio, il giovane ha dichiarato di vivere un "disagio esistenziale" che non pensava lo avrebbe condotto a compiere un atto così estremo. "Non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo", ha detto agli inquirenti. Al momento, il ragazzo si trova presso il centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria, in attesa della convalida dell'arresto.

Un caso di premeditazione?

Durante l'interrogatorio, la procura per i minorenni di Milano, rappresentata dalla procuratrice Sabrina Ditaranto, ha cercato di chiarire alcuni dettagli relativi alla premeditazione. Secondo quanto riportato, il giovane avrebbe ridimensionato alcune affermazioni fatte in precedenza, senza però alterare il quadro accusatorio.

Il Contesto familiare: silenzio e solidarietà

Nonostante la gravità delle accuse, la famiglia rimasta si è chiusa nel silenzio, mostrando un atteggiamento di protezione verso il giovane. I nonni, che vivono a pochi passi dal luogo della strage, hanno espresso il desiderio di incontrare il nipote, forse per comprendere meglio le ragioni del suo gesto e sperare in un suo recupero.

Nessun movente apparente

Nel corso della conferenza stampa, la procuratrice Ditaranto ha affermato che non c'è un movente chiaro dal punto di vista giudiziario. Tuttavia, si è aperta la possibilità di approfondimenti sociologici e psicologici per comprendere meglio il contesto del "malessere" del giovane, che pare non essere legato a specifici episodi familiari o personali.

Una notte fatale

La notte dell'omicidio è stata descritta dal ragazzo come un momento di "vuoto". Dopo aver colpito mortalmente il fratello minore nel sonno, le urla del bambino hanno richiamato l'attenzione della madre, che è stata poi aggredita appena entrata nella stanza, seguita dal padre che cercava di soccorrere il figlio. È stato solo dopo aver compiuto gli omicidi che il ragazzo ha contattato il 112, apparentemente ancora in stato di shock per le sue azioni.

Il Profilo del giovane: solitudine e angoscia

Dalle testimonianze raccolte emerge il ritratto di un ragazzo riservato, che frequentava il liceo scientifico e aveva una vita apparentemente normale. Tuttavia, lui stesso ha confessato di sentirsi "un corpo estraneo nella propria famiglia" e oppresso da un disagio che non riusciva a spiegare. Nonostante ciò, non vi erano segnali premonitori di un gesto così estremo.

Le indagini proseguono

Le indagini continuano per far luce sui dettagli di questo tragico evento. Si attendono ulteriori accertamenti, compresi quelli relativi a possibili disturbi psichiatrici del giovane, e l'analisi dei dispositivi elettronici e delle abitudini sociali che potrebbero offrire indizi su quanto accaduto.

La strage di Paderno rimane un episodio senza una chiara spiegazione, un atto di violenza che lascia interrogativi su ciò che può scatenare un gesto così devastante in un giovane apparentemente normale. (Rainews)