Cronaca

Strage di Duisburg: otto anni dopo

SAN LUCA, 15 AGOSTO 2015 – Erano da poco passate le 2:30 del 15 Agosto 2007 quando, in una strada della città tedesca di Duisburg, un passante notò i corpi inanimati di sei persone, due all’interno di un furgone e quattro all’interno di un’automobile. Cinque erano ormai senza vita, il sesto morì poco dopo, durante il trasporto in ospedale. Tutte e sei le vittime erano di nazionalità italiana, originarie delle province di Cosenza e di Reggio Calabria. [MORE]  

La strage fu compiuta davanti a un ristorante italiano, sulla cui insegna era inciso il nome Da Bruno e il cui cuoco e proprietario risultava essere una delle vittime: era il trentanovenne Sebastiano Strangio, originario di San Luca, nel reggino, e sospettato di essere uno degli affiliati della ‘ndrina Pelle-Vottari. Le altre vittime erano tutte persone giovanissime: Marco Marmo, 25 anni, anche lui di San Luca; Francesco e Marco Pergola, di 22 e 20 anni, originari di Siderno; il diciottenne Tommaso Venturi, originario di Corigliano Calabro e, infine, Francesco Giorgi, originario di San Luca, di appena 16 anni.

I sei furono uccisi all’interno delle automobili, intorno alle 2:24 del mattino, dopo essere usciti dal locale di Strangio nel quale, in un primo momento, gli investigatori ipotizzarono che si fosse svolta una festa per celebrare il compleanno del neodiciottenne Tommaso Venturi, ma il ritrovamento di un santino bruciato nelle tasche del diciottenne spinse gli inquirenti a pensare che, quella sera, non ci fosse solo in corso una festa di compleanno, ma anche un vero e proprio rito di affiliazione per permettere al ragazzo, appena maggiore, di entrare in maniera effettiva all’interno dei meccanismi della ‘ndrangheta. Secondo gli investigatori tedeschi, a compiere la strage, nella quale furono esplosi circa settanta proiettili, sarebbero stati degli affiliati delle 'ndrine dei Nirta e degli Strangio e il violento evento di Duisburg avrebbe rappresentato il più sanguinoso capitolo della decennale Faida di San Luca.

La lunga e spietata faida, scoppiata fra la famiglia 'ndranghetista dei Nirta-Strangio e la cosca dei Pelle-Vottari durante il carnevale del 1991, causò numerosi spargimenti di sangue nella cittadina dell’Aspromonte. "Nelle faide non c'è mai la parola fine, –ha dichiarato nei giorni scorsi il magistrato Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria dal 2009– la parola fine c'è quando una delle due famiglie viene distrutta o quando succede una pace con un matrimonio. A suggellare la pace è sempre il sangue. Le faide sono come vulcani spenti, pronti a risvegliarsi anche dopo un secolo". Gratteri ha poi proseguito, specificando che "non è l'arresto che ne impedisce la prosecuzione, ma sono i rapporti e i chiarimenti che possono intervenire nel momento. La strage è avvenuta il 15 agosto 2007 e a settembre dello stesso anno, in occasione della Festa della Madonna di Polsi, l'élite della 'ndrangheta ha imposto la pace perché i delitti all'estero sono un grave danno, fanno troppo rumore". A San Luca infatti, nel santuario della Madonna di Polsi, ogni anno nel corso del mese di Settembre si riuniscono i più importanti boss della ‘ndrangheta “per discutere delle strategie criminali”, come ha dichiarato tempo fa lo stesso Gratteri, che ha definito il santuario mariano nel reggino come un vero e proprio “luogo sacro” per la ‘ndrangheta.

La strage e la vicenda ad essa correlata contribuirono a far nascere e diffondere, in Germania, un fervente clima antimafia, ulteriormente animato anche dall’arrivo, nelle librerie, della traduzione in tedesco di Gomorra, il celebre romanzo inchiesta di Roberto Saviano. Ad una settimana esatta dalla strage, nacque Mafia? Nein danke!, letteralmente Mafia? No grazie!, un’associazione nata in Germania per iniziativa di alcuni immigrati italiani a Berlino, il cui scopo è quello di monitorare e contrastare le attività mafiose sul territorio tedesco e di sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica in merito al problema delle attività mafiose in Germania.

Elisa Lepone