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Storia di una fiamma che brucia ancora, NarteA ricorda Giordano Bruno a Napoli
NAPOLI, 14 MAGGIO 2014- Nel mese di maggio del 1592 parte il mandato di arresto, che porterà al rogo, Giordano Bruno. Invitato a rientrare in Italia da Giovanni Mocenigo, il quale non era soddisfatto del profitto che ricavava dagli insegnamenti di Bruno, forse perché pensava che questi non volesse renderlo partecipe delle sue conoscenze, il filosofo nolano decise di non trattenersi in patria e di ripartire per Francoforte. Durante la notte non ebbe però scampo: il padrone di casa ordinò di rinchiudere Bruno in un solaio, mettendo per iscritto una denuncia contro Giordano Bruno, che fu consegnato poi alla Santa Inquisizione in Venezia. Dopo una seconda denuncia di Mocenigo, che non aggiunse in sostanza nulla di nuovo, Giordano Bruno inizia a narrare della sua vita, ricordando come fosse stato ordinato frate domenicano presso il Complesso di San Domenico Maggiore di Napoli, quello stesso luogo in cui fu anche processato due volte dall'Ordine. Quel processo finale condannò l’autore del Candelaio alla morte, risolvendosi in una fiamma che da allora continua a commuovere, ma anche a riscaldare i cuori e le menti di generazioni di uomini che si battono perché le ceneri dell’oscurantismo dogmatico non soffochino la libertà di pensiero e di ricerca. In occasione del Maggio dei Monumenti 2014, l’Associazione Culturale NarteA ricorda la storia di un uomo che resta sempre attuale e arde ancora nella memoria: sabato 17 maggio 2014 (inizio alle ore 20:00) riflettori accesi per “Fiamme e Ragione”, un suggestivo itinerario teatralizzato che alzerà il sipario nello scenario naturale del Complesso di San Domenico Maggiore.
Tra le riproduzioni di Leonardo, Raffaello, Caravaggio in esposizione per una “Mostra Impossibile” di Renato Parascandolo, i partecipanti vivranno un vero e proprio viaggio nell’appassionante esistenza del filosofo italiano Giordano Bruno. Patrocinata dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, in collaborazione con l'Associazione Pietrasanta Polo culturale e Neartpolis, l’iniziativa illustrerà la storia del luogo attraverso la vita di uno dei protagonisti di quella rivoluzione culturale che divampò nel '600. Giordano Bruno aveva aperto nuove frontiere del pensiero in tutta Europa, nutrendo e ispirando con le sue idee, il suo pensiero e la sua fede.[MORE]
Una mente libera che metteva a repentaglio il controllo delle coscienze che la Chiesa pretendeva di monopolizzare. Giordano Bruno morì proprio per questo: la sua libertà faceva paura, mostrava la fallacità della Chiesa – quella che ancora negava Copernico e la sfericità della Terra – ed estendeva gli orizzonti alla ragione umana, alla scienza al di là degli angusti vincoli dogmatici imposti all’epoca nella società. Nove mesi dopo quel maggio, esattamente il 17 febbraio del 1600, si consuma uno degli episodi più drammatici dell'epoca: Giordano Bruno diventò una “stella”, un emblema di quella rivoluzione culturale, sanato solo dal gesto di Papa Giovanni Paolo II nel Concilio Vaticano, tramite una lettera inviata ad un convegno che si svolse a Napoli, in cui espresse profondo rammarico per la morte atroce del filosofo Bruno.
Al pubblico sarà mostrato quel mare di attimi più significativi in cui navigò l’esistenza di Giordano Bruno: un excursus per scoprire il sito partenopeo, dove il giovane nolano entrò all'età di diciassette anni per diventare un sacerdote dell'Ordine Domenicano, cambiando il nome da Filippo a Giordano, in onore di Giordano Crispo, e le vicende che volsero al drammatico episodio avvenuto in Campo de’ Fiori. Attraverso la voce-guida di Gianfranco Russo e all’interpretazione degli attori professionisti Peppe Romano, Antimo Casertano, Antonio Perna e Sergio Del Prete, si riporteranno in vita le testimonianze autentiche di un tempo andato, ma che resta sempre attuale.
Per partecipare occorre prenotarsi.
(Notizia segnalata da Ufficio Stampa NarteA- Annacarla Tredici)