Politica

Stop ai direttori Stranieri nei musei, Franceschini: "davvero difficile fare riforme in Italia".

ROMA, 2 FEBBRAIO- “Davvero difficile fare le riforme in Italia. Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato, quest’ultimo cambia linea e rimette la decisione sui direttori stranieri dei musei all’adunanza plenaria. Cosa penseranno nel mondo?”, queste le dure parole del ministro dei beni culturali Dario Franceschini su Twitter, in seguito alla decisione del Consiglio di Stato di mettere, di nuovo, in discussione la nomina di Peter Assman come direttore del Palazzo Ducale.

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Il ministro ha poi aggiunto sulla sua pagina Facebook: “presentati decine di ricorsi, ci sono state 16 decisioni del Tar del Lazio, 6 del Consiglio di Stato, l’ultima delle quali a favore della possibilità di nominare direttori stranieri. Ora invece lo stesso Consiglio di Stato cambia posizione e rimette la decisione che riguarda la nomina di Peter Assman, direttore del Palazzo Ducale di Mantova, all’Adunanza plenaria. Si ricomincia. E ci vorranno mesi per una decisione”

“Io rispetto tutte le sentenze della Magistratura, e sono fiducioso della decisione finale, ma non posso che chiedermi: cosa penseranno nel mondo di un Paese in cui una riforma che ha funzionato viene rimessa continuamente in discussione? E cosa penseranno di noi quelle nazioni che da anni hanno direttori italiani a dirigere i loro musei più prestigiosi? E cosa penseranno quei cittadini che hanno visto il lavoro straordinario dei direttori degli Uffizi, di Brera, di Capodimonte, di Palazzo Ducale di Mantova, di Urbino, di Paestum?", continua concludendo Franceschini.

La riforma Fraceschini sulla tutela dei beni culturali ha cambiato radicalmente il metodo di selezione, e in generale il ruolo dei dirigenti dei musei stessi. I direttori dei musei, che posseggono il massimo status amministrativo, sono scelti tramite concorso pubblico che ammette anche la presenza di personale straniero. Quest’ultimo elemento è stato ampiamente criticato negli ultimi anni da più parti e nel gennaio di quest’anno una serie di professori, giornalisti e accademici ha redatto un “Manifesto” contro la riforma del ministro Franceschini, sostenendo che l’attuale gestione mette a rischio la gestione dei beni culturali.

Federica Fusco 

immagine: leganorder.org