Cronaca
Stop a nuove concessioni petrolifere nell'Adriatico della Croazia
16 APRILE 2015 - Il Coordinamento Nazionale “NO TRIV” chiede lo stop a nuove concessioni petrolifere nell’Adriatico delle Croazia. A tal fine ha inviato al Ministero dell'Ambiente le nuove osservazioni contro il programma di ricerca e produzione di idrocarburi nell’Adriatico della Croazia con l’auspicio che le regioni adriatiche non assumano in merito un atteggiamento passivo. Il lungo documento è stato elaborato dalla dottoressa lametina Rosella Cerra, componente del Coordinamento nazionale “NO TRIV” avvalendosi dell’apporto della biologa Rosella Baldacconi che ha illustrato la particolarità e la delicatezza dei fondali croati interessati dalle istanze di ricerca e produzione di idrocarburi. [MORE]
Lo scorso 15 aprile la Sezione Abruzzo ha mandato nuove osservazioni al Governo croato e ai nostri Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e degli Esteri contro il programma di ricerca ed estrazione produzione di petrolio e gas nell’Adriatico croato. Nel corso del round di osservazioni, scaduto il 18 febbraio scorso, era stato sollecitato il rispetto da parte croata della normativa internazionale per il coinvolgimento delle nazioni confinanti ed interessate ad una valutazione d’impatto transfrontaliera.
Nel frattempo anche il Governo italiano aveva avanzato il proprio diritto a prendere parte a tale procedura, diritto poi riconosciuto dal Governo della Croazia. «Abbiamo inviato – sostiene la dottoressa Cerra - le nuove osservazioni anche ai presidenti delle regioni interessate e sollecitate anche dal nostro Ministro Galletti ad esprimersi entro il prossimo 20 aprile. Le regioni in questione sono il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l'Emilia Romagna, l'Abruzzo, le Marche, il Molise e la Puglia. «A loro tutte - continua la dottoressa Cerra - chiediamo con forza di attivarsi inviando entro il 20 aprile al Ministero dell'Ambiente i loro motivati pareri contro la corsa agli idrocarburo nell'Adriatico croato».
Tenuto conto dell’urgenza di approfondire gli studi e gli effetti transfrontalieri che tutto il progetto inevitabilmente avrebbe sulle nazioni confinanti e l'impatto devastante che ne conseguirebbe per tutto il Mare Adriatico, «abbiamo chiesto – conclude la dottoressa Cerra - sia la sospensione delle procedure di stipula dei contratti di concessione riguardanti tutti i blocchi finora messi all’asta dal Governo della Croazia e sia la revoca delle procedure di gara per l’assegnazione delle restanti aree di ricerca in cui è stato suddiviso il Mare Adriatico croato».
Lina Latelli Nucifero