Estero
Stati Uniti, sventata strage in un liceo
USA, 18 AGOSTO 2011 - Purtroppo l’idea di fare irruzione in una scuola per scatenare un attentato terroristico resta tristemente ancorato alle cronache dei college americani.
Abbiamo tutti ancora vividamente negli occhi le immagini di panico e tragedia che colpirono l’America nel 1999: sono passati più di dieci anni dai terribili fatti di Columbine, quando due giovani studenti programmarono e realizzarono un attacco armato ad un liceo della zona, provocando la morte di tredici persone fra allievi e insegnanti dell’istituto.[MORE]
Eppure l’incredulità per un’azione tanto vigliacca quanto spietata stenta a scemare, soprattutto quando si sentono notizie di stolti emulatori o di ragazzi disturbati che cercano in tali gesti criminali l’affermazione del proprio io, o magari la futile vendetta per un torto subito (nella loro concezione distorta della realtà).
È quanto si è appreso stamani sulla vicenda del giovane Jared Cano, diciassettenne di Tampa, in Florida, arrestato dalla polizia perché sospettato di essere in procinto di mettere in atto una strage nella sua vecchia scuola, la Freedom High School della contea di Hillsborough, da cui era stato espulso.
Nelle intenzioni del ragazzo la sua vendetta si sarebbe dovuta consumare il primo giorno del nuovo anno scolastico, facendo esplodere un ordigno preparato in casa e altamente pericoloso.
Dal profilo pubblico di Facebook di Cano era anche possibile carpire una sorta di velato annuncio del suo ignobile atto; queste le parole tradotte di uno dei suoi ultimi post lasciati sulla bacheca del famoso social network: "Le lezioni che non s'imparano attraverso il sangue sono presto dimenticate".
La speranza è che le nuove generazioni possano capire la differenza fra “lezioni” e “follia criminale” e che non scelgano la violenza, la brutalità, quali unici ideali in cui canalizzare i propri disagi adolescenziali, e l’ira (fredda, calcolata o anche veemente e sanguinaria), come il solo veicolo per sfogare la propria ottusa frustrazione.
Maurizio Grimaldi