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Starbucks sfida Trump: assumerà 10mila rifugiati

NEW YORK, 30 GENNAIO - In risposta al recente decreto esecutivo, che blocca gli ingressi degli immigrati da sette Paesi a maggioranza islamica, la famosa catena di caffetterie ha deciso di assumere diecimila rifugiati in tutto il mondo nei prossimi cinque anni. [MORE]

In una lettera ai suoi dipendenti, l'amministratore delegato della azienda, Howard Schultz, ha affermato che: "noi non rimarremo a guardare, non rimarremo in silenzio mentre l'incertezza sulle iniziative della nuova amministrazione cresce ogni giorno che passa. Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo riconosciuti come rifugiati dalle Nazioni Unite e noi stiamo definendo piani per assumerne 10.000 nei prossimi cinque anni nei 75 Paesi del mondo dove è presente Starbucks. E inizieremo qui negli Stati Uniti concentrandoci inizialmente su questi individui che hanno servito le truppe Usa come interpreti e personale di supporto nei diversi Paesi dove il nostro esercito ha chiesto sostegno".

Schultz, che alle elezioni presidenziali era schierato dalla parte di Hillary Clinton, nella sua lettera ha anche preso di mira altre iniziative politiche del presidente Trump, come le misure contro Obamacare, ed è intervenuto sulla questione della costruzione muro al confine con il Messico, Paese dove Starbucks conta 600 caffetterie con 7.000 dipendenti, affermando che bisogna "costruire ponti, non muri con il Messico".

Questo è solo uno dei tanti gesti che le grandi Corporation stanno mettendo in atto, ad esempio la Airbnb, società di affitti brevi, ha detto che metterà a disposizione gratuitamente alloggi per aiutare coloro che sono rimasti intrappolati nel bando di Trump.

 

Giulia Piemontese

 

(immagine da: milanotoday.it)