Cronaca
Standard & Poor's declassa l'Italia di Berlusconi
ISEO, 22 SETTEMBRE 2011 - Il declassamento di S&P non è che l'ultimo atto della caduta continua del nostro Paese, e non è stata una sorpresa visto che da tempo era nell'aria. Le cause sono evidenti e sotto gli occhi di tutti , pesano la mancata crescita, le difficoltà e le incertezze economiche e politiche italiane. Ma non basta e non ci si ferma qui. Sullo sfondo un ulteriore avvertimento che se si continua così questo è solo l'inizio. Inutile ora considerare e ripetere che ci avevano detto che eravamo fuori dalla crisi, che ne saremmo usciti meglio di altri e che i bilanci erano a posto.[MORE]
Bisogna riconoscere che non ne hanno azzeccata una, ma non solo bisogna anche dire che se continuano così ci portano alla rovina. Ora il tempo stringe, il clima torrido, bisogna decidere in fretta. Una cosa è certa, questo governo è debole, incapace, in balia degli umori degli Scilipoti di turno. Solo qualche giorno fa questo governo che qualcuno si ostina a dire solido, è stato battuto per ben 5 volte in Parlamento. C'è di più, il nostro Presidente del Consiglio è oramai squalificato, impresentabile, in Italia ed all'estero. Basta leggere un giornale, uno qualsiasi nel mondo, di destra o di sinistra poco importa, per accorgersi del fatto. Silvio Berlusconi è diventato per tutti una macchietta, descritto, visto e sentito come un clown.
La domanda, una sola ; come può un popolo di antica e profonda cultura come il vostro tollerare questo Premier ? Come può un popolo cadere così in basso ? Sono di ieri le affermazioni della Marcegaglia che si dichiara stanca, come italiana, di essere derisa in tutto il mondo per colpa del suo Premier. Facile l'affondo finale della prima donna di Confindustria. Senza tante perifrasi o complimenti la Marcegaglia invita Berlusconi ad andarsene a casa prima che sia troppo tardi per il suo paese, per milioni di italiani. In fondo anche gli imprenditori chiedono quanto già chiedono i sindacati, i giornali e una grande parte , meglio, la maggioranza, del paese.
Berlusconi se ne vada , è giunta l'ora, grida in coro chi ancora ha a cuore le sorti del paese. E' in gioco in nostro futuro, la nostra credibilità, e in questo momento, è un bene troppo importante per essere sacrificato. Di certo un Premier costretto ad occuparsi delle tante "patonzole" e dei suoi numerosi processi, che afferma di fare il primo ministro a tempo perso, non ci può essere di alcun aiuto. Siamo vicini alla Grecia, siamo vicinissimi al baratro ed al tracollo. Qualcuno batta un colpo, lo faccia Bossi, o Maroni ed i suoi, qualche uomo di buona volontà deve essere rimasto nel Pdl.
Uno che alla fine capisca e convinca anche gli altri che sono arrivati gli ultimi giorni per il premier. Non si può difendere a oltranza l'impossibile e l'indifendibile. Non si può confidare solo sull'aiuto dell'Europa, non è eterno. Siamo un peso persino per i nostri alleati oramai. L'interesse del paese dovrà essere prima o poi anteposto a quello di Berlusconi. La Spagna insegna, il suo spread è migliorato da che Zapatero ha deciso le elezioni anticipate. Qualcuno capisca, o Berlusconi o i suoi si decidano. Faccia lui oppure venga obbligato a fare un passo indietro. Sono gli ultimi giorni, in un senso o nell'altro, per lui, ma anche per noi.
Ivan Zatti