Economia

Standard & Poor's bacchetta il Belpaese

 ROMA, 6 DICEMBRE 2014 – L’agenzia internazionale Standars & Poor’s declassa l’Italia alla posizione più vicina al livello spazzatura. S&P ha tagliato il rating del nostro Paese da BBB a BBB-, con autlook stabile. La decisione “riflette la debolezza ricorrente che vediamo nella performance del Pil” italiano e la “erosione della competitività”, che minaccia “la sostenibilità del debito”. Per l’agenzia quindi l'Italia cresce poco, la domanda interna non riprende quota, così come il livello dell'occupazione. Senza decreti attuativi, non è possibile valutare il Jobs Act .

“Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act, tuttavia non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine” si legge nel rapporto di S&P, dove è anche sottolineato che i “decreti attuativi” della riforma potrebbero “essere ammorbiditi e ciò potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente”.

Da Palazzo Chigi si apprestano subito a chiarire che il declassamento “non è una bocciatura del Jobs Act. Ci dicono che le riforme vanno bene, ma che bisogna andare più veloci”, ci sono “elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l’economia”.[MORE]

Il fatto che l'outlook resti stabile è dovuto invece alla "nostra aspettativa che il governa riuscirà a implementare gradualmente delle riforme di bilancio e strutturali complessive e potenzialmente favorevoli alla crescita", nonché il fatto che "i bilanci delle famiglie resteranno abbastanza forti da assorbire ulteriori aumenti del debito pubblico".

S&P prevede comunque che l’Italia uscirà dalla recessione nel 2015 ma con una crescita che sarà nettamente inferiore a quella che si era stimata, questa infatti sarà dello 0,2% a fronte dell’1,1% che era stato previsto.

(foto dal sito www.luxembourgforbusiness.lu)

Michela Franzone