Cronaca

Stalking, i molestatori hanno le ore contate

CATANZARO, 7 DIC. - Con l’entrata in vigore della legge nr. 38 del 23 aprile del 2009, oltre allo specifico reato di atti persecutori (stalking) è stato introdotto uno strumento che si caratterizza per la sua estraneità al sistema penale, affidando al Questore la competenza ad emettere un provvedimento di “ammonimento” mediante il quale il molestatore viene formalmente invitato per il futuro a non porre in essere atteggiamenti e comportamenti invasivi nella sfera personale della vittima.[MORE]

In sostanza, di fronte a condotte persecutorie, la vittima può denunciare all’Autorità Giudiziaria il molestatore che, per casi particolarmente gravi e se colto in flagranza di reato, può essere anche arrestato.
In alternativa alla denuncia, la vittima può rivolgere al Questore istanza di ammonimento.

In questo caso, si instaura un procedimento amministrativo molto rapido che il più delle volte, fa regredire le condotte moleste.

Nella prima fase di applicazione della nuova normativa si è registrata una palese preferenza delle vittime per la richiesta di ammonimento che, con il provvedimento del Questore, esplica immediatamente la sua efficacia con la significativa contrazione del fenomeno persecutorio.

Altro motivo che orienta le vittime per il ricorso all’ammonimento è il precedente rapporto affettivo che le lega allo stalker, circostanza che induce a scegliere un percorso meno affittivo rispetto alla denuncia penale, ma purchè si sortisca l’effetto di far cessare le condotte moleste.

Le richieste di ammonimento vengono analizzate dal Sost. Com. Rosina CAROLEI della Divisione Anticrimine della Questura di Catanzaro e sottoposte alla personale attenzione del Questore di Catanzaro, Dr. Vincenzo Roca che, subito dopo il suo insediamento, ha dato assoluta priorità all’esame di queste pratiche, proprio per restituire immediatamente la tranquillità alle vittime di atti persecutori.

I casi definiti sono tredici ed il Questore si è avvalso della collaborazione di personale specializzato, della Divisione Polizia Anticrimine, che è stato in grado di conquistare la fiducia delle vittime ed instaurare con loro il dialogo necessario, capire i loro problemi, per poterle orientare nella giusta decisione.
Personale, che ha anche il delicato compito di far desistere lo stalker dalle proprie ossessioni che rappresentano l’elemento fondamentale che lo spinge a mettere in atto quei comportamenti caratteristici come il pedinare, lo spiare, l’aggirarsi attorno alla vittima, invitandolo ad interrompere qualsiasi interferenza nella vita di quest’ ultima.

Difatti, raramente gli stalkers si mostrano violenti, ma quando lo fanno il primo oggetto di violenza è la loro vittima; il secondo, è chiunque venga percepito come un ostacolo o un’interferenza tra loro e la vittima stessa.

Ad esempio, nelle relazioni sentimentali che si sono concluse, la scelta di un nuovo partner da parte della vittima può determinare atti di ritorsione nei confronti di entrambi.

Nella valutazione dei singoli casi, si procede preliminarmente a un’attenta analisi, che mira a discernere le fattispecie rientranti nello stalking da quelle che invece non sono classificabili atti persecutori. In alcuni casi, infatti, le richieste di ammonimento non sono fondate, in quanto le condotte segnalate rientrano nell’ambito di conflitti condominiali o di natura diversa che non hanno nulla a vedere con lo stalking. Tale richieste vengono respinte con atto formale, ma si forniscono comunque al richiedente delle indicazioni per far fronte alla situazione che lo riguarda.

Va, infine, evidenziato che gli atti persecutori riguardano prevalentemente le donne, in quanto la violenza nei loro confronti, non conosce confini geografici, di cultura, di status sociale, di sesso, di età e coloro che vi fanno ricorso, contrariamente a quanto si possa pensare, sono anche degli “insospettabili”.

Il messaggio che il Questore di Catanzaro rivolge a tutte quelle persone che sono oggetto di atti persecutori e che, sino ad oggi hanno sottaciuto per qualsivoglia motivo, dettato anche da condizionamenti ambientali, è quello che trovino la forza morale di ribellarsi e quindi di rivolgersi con serena fiducia alle Forze dell’ordine, dove troveranno adeguata e professionale assistenza.

“Non subire la violenza, DENUNCIALA” è stato lo slogan con il quale la Polizia di Stato ha aderito all’iniziativa tenutasi presso l’Auditorium “Casalinuovo” il 25 novembre in occasione della giornata mondiale contro “la violenza alle donne”. Il suddetto slogan è anche il titolo del video realizzato dalla Polizia Scientifica della Questura, per ricordare tutte le donne vittime di violenza e anche per far riflettere su un tema così importante.