Stagisti: diritto di replica al Sig. Riccardo Tripepi di Scirocconews
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La prima regola del buon giornalista è quella di avere una assoluta e veritiera conoscenza dei fatti e delle vicende. Una approfondita verifica delle fonti. Una equa e tuttavia numerosa ricerca di testimonianze. Ignoriamo se il giornalista di Scirocconews che ha scritto il pezzo del 24/06/2011 conosca tali regole. [MORE]
Ad ogni modo ci permettiamo di pensare che qualsiasi persona, indipendentemente dalla professione che svolge, prima di esprimere un parere abbia il buon senso di acquisire quante più informazioni possibili in merito alla materia di cui va ad argomentare. Sappiamo che purtroppo al giorno d’oggi in italia –e in Calabria soprattutto- l’abitudine più diffusa è quella delle polemiche vuote e delle libere interpretazioni, però noi 360 ex stagisti, leggendo ‘l’autorevole’ parere del Sig. Tripepi, dobbiamo constatare che questo buon senso è venuto meno e quindi riteniamo doveroso, non fosse altro che per dovere di cronaca, fare delle precisazioni -nella speranza che ci si perdoni l’ardire e non si legga il nostro risentimento come vana polemica bensì come necessaria aderenza ai fatti.
Innanzitutto, terremo a specificare che ad oggi non si parla più del “Programma Stage” (percorso che abbiamo terminato in data 20.10.2010), bensì di una legge regionale VOTATA ALL’UNANIMITA’ i cui destinatari ultimi sono gli Enti e non gli stagisti. A tal proposito, come LEI sicuramente saprà, caro Tripepi, vorremmo ricordare per coloro che leggono che una legge non è una libera iniziativa nata dal nulla, (come se una mattina il Consiglio Regionale si fosse svegliato ed avesse deciso di scommettere sulla vita di 360 ragazzi o di organizzare una sorta di Grande Fratello negli Enti pubblici della Ragione Calabria), bensì il frutto di studi e valutazioni. In seconda istanza, abbiamo trovato fastidiose e, a dirla tutta, irrispettose le attestazioni da lei espresse nell’articolo. Citiamo testualmente:
“Trascorsi i due anni del periodo formativo, puntuali, le migliori menti della Calabria si sono ripresentate a palazzo Campanella per chiedere una stabilizzazione, una proroga, un posto di lavoro o qualsiasi altra cosa per dare seguito alle promesse della politica e scongiurare una pericolosissima fuga di cervelli. (…) Le migliori menti calabresi esigono risposte e hanno affittato pagine di giornali per “sputtanare” la politica calabrese che promette e non mantiene”. Tali affermazioni si commenterebbero da sé e ci fanno ricordare l’amara considerazione di un corregionale emigrato in Canada, il quale disse: ”un calabrese in Canada vale come cento canadesi, un calabrese in Calabria non vale neanche un mezzo Canadese”, tuttavia, ci permettiamo di chiarirle alcuni punti: Per quel che riguarda la prima (ma questa volta sua) bufala in merito al fatto che abbiamo chiesto una stabilizzazione, corre l’obbligo di precisazione: Noi non abbiamo MAI e ripeto MAI chiesto alcuna stabilizzazione. La legge è seguita a delle proposte nate da diversi tavoli tecnici e con l’unica volontà (e quando parliamo di volontà ci riferaimo a quella della Regione e degli Enti che per due anni ci hanno ospitato apprezzando il nostro lavoro) di non disperdere quanto finora costruito.
In merito alla nostra professionalità, ci permettiamo di chiarirle alcune cose: innanzitutto non ci siamo “aggiudicati” alcuno stage. Non ci pare di aver giocato ad alcuna lotteria per ‘vincere’ questa esperienza. Il nostro percorso è scaturito dalla volontà unica di premiare, una volta tanto, il merito. E se ci siamo ritrovati a vivere questo percorso, lo dobbiamo unicamente ai sacrifici nostri e delle nostre famiglie. Alla nostra voglia di garantirci un futuro in una terra che - Lei ne è la prova evidente – il più delle volte è ostile ad ogni tipo di innovazione e di evoluzione culturale, etica ed umana. Per cui riteniamo che, piuttosto che infangare la nostra esperienza e la nostra professionalità, sottolineando alcuni aspetti della nostra esperienza con toni che sfiorano lo squallore, un calabrese che ama davvero la sua terra dovrebbe essere orgoglioso di sapere che ci sono giovani che stanno mettendo a rischio il loro futuro, la loro professionalità, e - Le assicuriamo - il loro sistema nervoso, non certo per ‘aggiudicarsi’ un contratto, quanto piuttosto per accogliere l’occasione che è stata loro offerta e sposarla ai più radicati sentimenti di calabresi, nel tentativo di essere un esempio ed un richiamo di possibilità per tutti i nostri coetanei che sognano nella propria terra un futuro dignitoso e libero da condizionamenti di sorta.
Sorvoliamo sulla sua ‘eleganza’ nel puntualizzare la nostra presenza sulle pagine dei giornali, non possiamo però non indignarci, dinanzi alla superficialità delle sue parole conclusive: “Nel frattempo, in tre anni, sono andati via 9 milioni di euro e non è stato creato neanche un solo posto di lavoro. Ma, almeno, si è fatto in modo che i migliori laureati calabresi abbiano aumentato in modo vertiginoso la propria formazione con uno stage triennale che rimarrà un unicum nella storia italiana.”
Avendo già specificato che il programma Stage è terminato e che quello di cui oggi si parla è una legge regionale, ci permettiamo di sorridere sul suo sarcasmo mal riuscito e sul suo tentativo del tutto (crediamo e speriamo) immotivato di seminare ghiaccio laddove, con estremo sacrifico di tutti, si provano a piantare i semi. Per fortuna abbiamo motivo di credere che le convinzioni, le motivazioni, gli ideali ci spingono sono radici molto più profonde del suo sensazionalismo a tutti i costi, e d’altro canto lo Scirocco come è noto, può solo seccare l'aria ed alzare polvere.
Speriamo vivamente che la classe politica calabrese possa e voglia concretamente, ed in tempi brevi, dare attuazione alla legge che ci permetterà di continuare a dare il meglio per la nostra terra. Le interpretazioni, i giudizi, le valutazioni, lasciamo che sia il tempo a darle. Qualcuno un giorno disse: “l’albero si giudica dai frutti”….
Gli ex stagisti