Politica

Squinzi sullo Sblocca-Italia: "Insufficiente per far ripartire il Paese"

 BOLOGNA, 1 SETTEMBRE 2014 – Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha avuto l’occasione di dire la sua sul decreto Sblocca Italia alla festa nazionale dell’Unità. Il suo parere non è del tutto negativo: “I concetti che ci sono all'interno dello Sblocca Italia sono condivisibili: il problema è la quantità e la reale disponibilità dei fondi per sostenere questi investimenti, ad esempio quelli infrastrutturali, e tutta una serie di investimenti che erano stato decisi già cinque governi fa”. “L'ammontare reale e disponibile, secondo la nostra sensazione non sarà sufficiente a far ripartire il Paese” conclude il presidente.

Le critiche di Squinzi non si fermano qui, il leader di Confindustria si dice scettico anche sugli 80 euro: “non hanno avuto impatto reale sui consumi. Noi pensavamo e lo abbiamo detto sin dal primo momento che sarebbe stato meglio investire questi 10 miliardi su un taglio deciso del cuneo fiscale del lavoro che non vuol dire abbassare i salari come qualcuno ha voluto dire, come lo stesso presidente del Consiglio ha ipotizzato".

Poi il primo industriale colpisce ancora sull’occupazione: “bene questo intervento di Poletti con la delega sul lavoro ma questo è solo un primo passo nella direzione" che dovrebbe essere quella "del contratto unico che sia conveniente per le imprese e i lavoratori". Squinzi si riferisce alle forme di contratto di lavoro a tempo indeterminato e non a quelle a tutele crescenti. E poi ancora descrive o stato del Paese: "Il 43% di disoccupazione giovanile significa che il Paese è destinato al disastro", ha proseguito. “Le aziende non si sentono abbastanza protette dal governo: Chiediamo semplificazioni, dateci un Paese normale", ha concluso.[MORE]

 

La replica di Delrio

Dal palco della festa nazionale dell’Unità di Bologna il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha replicato: “Abbiamo dato scosse molto forti, tutti quelli che seguono l’azione di governo vedono la forte volontà di disincagliare la nave. Una nave che è fortemente incagliata. Queste spinte riescono a dare un po’ di mobilità, poi quando prenderà il largo, la nave navigherà”.

 

Michela Franzone