Politica

Spending review, scontro tra Monti e il numero uno di Confindustria Squinzi

ROMA, 09 LUGLIO 2012- Il clima si fa rovente anche sul fronte della politica, non certo per colpa dell'anticiclone subtropicale sahariano Minosse. Ad alzare la temperatura dei rapporti tra tra governo e Confindustria, è stata la ormai famigerata spending review, definita dal leader degli industriali, Giorgio Squinzi, "macelleria sociale". La suddetta espressione non è piaciuta affatto al premier Mario Monti che, con tono seccato, ha replicato:"Dichiarazioni di questo tipo, come è avvenuto nei mesi scorsi, fanno aumentare lo spread e i tassi. A carico non solo del debito, ma anche delle imprese".

Monti ha proseguito aggiungendo che, se lo spread non scende è perché "c'é un po' di incertezza su quello che succederà nella governance dell'economia dopo le elezioni. E le imprese dovrebbero quindi apprezzare gli sforzi del governo dei professori". Incalza Monti, "Avevo capito che le forze produttive migliori desiderassero il contenimento del disavanzo pubblico. E che obiettassero a manovre fatte in passato molto basate sull'aumento delle tasse e che era ora di incidere su spesa pubblica e strutture dello Stato. Ma evidentemente avevo capito male". [MORE]

A difesa del premier, sono scesi in alcuni imprenditoi, tra cui l'ex presidente di Confindustria del calibro di Luca Cordero di Montezemolo che ha affermato, "Dichiarazioni come quelle di Squinzi - dice il manager, ex presidente degli imprenditori, sia nel merito che nel linguaggio, non si addicono a un presidente di Confindustria, fanno male e sono certo che non esprimano la linea di una Confindustria civile e responsabile, che anche quando esercita un diritto di critica costruttiva non dimentica mai di mettere al primo posto l'interesse e soprattutto la credibilità internazionale del proprio Paese". Montezemolo, aggiunge poi, "Chi ha l'onore di rappresentare gli imprenditori italiani, ha l'obbligo di contribuire a sostenere l'immagine e la credibilità del Paese. Soprattutto in momenti di crisi così difficile occorre grande senso di responsabilità, coesione, spirito civile e massimo sostegno al Presidente del consiglio, che con grande impegno e capacità, sta faticosamente ricostruendo la credibiltà internazionale del nostro Paese".

A bacchettate Giorgio Squinzi, si aggiungono anche Franco Bernabé e Marco Tronchetti Provera, "Il lavoro di Mario Monti è vitale per il futuro del Paese". Invece, a dar man forte al numero uno di Confindustria, Roberto Maroni che definisce "troppo generoso il voto di Squinzi" perché lui, al premier, gli avrebbe messo 4 in pagella. Sulla stessa lunghezza d'onda, Roberto Calderoli appoggia l'industriale: "Squinzi non ha una ragione per criticare il governo, ne ha un milione".

Non ci resta che attendere l'apertura dei mercati per capire se e quanto, queste scaramucce interne, vanno a discapito del nostro Paese.

(Fonte: Ansa.  Fotogramma: economia.panorama.it)

Rosy Merola