Politica
Spending review: i ministeri non sono inclini a intaccare i loro budget
ROMA, 11 SETTEMBRE 2014 – I tagli del 3% alle spese dei ministeri annunciati per ieri non sono stati effettuati però il premier Matteo Renzi ha convocato un Consiglio dei Ministri in cui ha invitato tutti i capi dei dicasteri a mettere per iscritto le loro proposte sui tagli possibili, che poi saranno valutate e discusse in incontri singoli. Ciò che più di ogni altra cosa spinge i ministri a lavorare su queste proposte è che in essenza di esse, sarà direttamente Palazzo Chigi a decidere cosa tagliare, applicando anche molte linee guida del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli.
Le perplessità dei ministeri
Nonostante questo molti dicasteri non hanno accolto favorevolmente questo compito, non sono inclini ad ulteriori tagli dal momento che credono di non avere spese superflue in sufficienza. Tra questi quello con maggiori perplessità è il ministro Lorenzin. Il ministro delle Sanità ha spiegato: “Voglio essere ottimista sui tagli. Spero che il Fondo Sanitario Nazionale non venga toccato”, poiché anche se rappresenta il grosso delle spesa del dicastero, intaccandolo ne andrebbe della “tenuta all’interno del sistema” e si violerebbero gli accordi recenti con le Regioni. Quello che il ministro della Salute è disponibile a tagliare sono le spese per alcuni servizi come i controlli di sicurezza e le ispezioni agroalimentari, ma se ne ricaverebbero solo 30, 40 milioni di euro. [MORE]
Anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha avanzato le sue perplessità, dal momento che per finanziare parte del bonus di 80euro ha impiegato 400 milioni. Dario Franceschini, ministro ai beni culturali, dichiara di voler fare la sua parte ma poi precisa che: “una cosa sono i contributi per le attività culturali e per la tutela del patrimonio, altro sono le spese di gestione”, e pare che solo su quest’ultime sia disposto a ragionare per i tagli.
I contributi che arriveranno
Sembra invece che siano sicuri i 400 milioni dal ministero dello Sviluppo economico; 250, 300 milioni dalla Giustizia; 400 milioni dalle Infrastrutture e 530 milioni dal ministero dell’Economia. La somma complessiva che si potrebbe ricavare da questi tagli si aggira intorno a 7 miliardi.
(foto dal sito www.si24.it)
Michela Franzone