Cronaca
Speciale papa Francesco, il papa venuto dalla fine del mondo
E’ stato eletto da poco meno di una settimana Jorge Mario Bergoglio, e la sua infinita semplicità ha già conquistato i cuori di molti. Nessuno si aspettava quel nome quando, con un fil di voce tremante, il Protodiacono Jean-Louis Tauran ha annunciato al mondo "Nuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum Georgium Marium, sanctae Romanae Ecclesiae cardinalem Bergoglio". Eppure in pochi minuti quell’aspetto bonario, quel saluto cordiale, che non ci aspetteremmo dal “Vescovo di Roma”, ha spiazzato i fedeli a San Pietro e non, e subito ci si è resi conto che qualcosa di veramente importante era appena accaduto sotto gli occhi di tutti. Dopo anni in cui la Chiesa ha rischiato di perdere proseliti a causa degli scandali, che aleggiavano anche in questo ultimo Conclave, questo vescovo preso “quasi alla fine del mondo”, potrebbe essere il vero successore di papa Giovanni Paolo II, l’uomo che aspettavamo.
LE ORIGINI ITALIANE. Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires il 17 Dicembre 1936 da Mario Bergoglio e Regina Maria Sivori, entrambi di origini italiane. Nelle vene di Papa Francesco scorre, infatti, sia sangue piemontese che ligure.
La famiglia piemontese. Mario Bergoglio, padre del Pontefice, è nato ad Asti. Figlio di Giovanni Angelo e di Rosa Margherita Vasallo, si è trasferito prima a Torino, poi in Argentina. I nonni di Papa Francesco abitavano a Portacomaro Stazione, nell'astigiano, più precisamente, nella frazione Bricco Marmorito. Qui, i bisnonni del Santo Padre avevano acquistato, nell'Ottocento, la prima casa della zona ed, in seguito, vennero costruite le altre. Mario Bergoglio, ferroviere, dopo aver tentato la fortuna nel capoluogo piemontese, si è diretto a Genova, città da cui si è imbarcato per raggiungere Buenos Aires nel 1928.
In foto: i genitori del papa
Tutt'ora, nella località dell'astigiano, si trovano i cugini del Pontefice, che è solito andare a trovare. Durante la sua ultima visita ha portato con sé in Argentina un po' di terra, per poter ricordare le proprie origini. Il Sindaco di Portacomaro Stazione ha fatto sapere, il giorno seguente all'elezione del Papa, che al Comune di Asti sono presenti tutti gli atti di nascita degli avi di Bergoglio. Goloso di “Bagna Cauda”, piatto tipico del Piemonte, il nuovo Pontefice è tutt'ora molto legato alle tradizioni ed ai sapori dell'astigiano ed ha ribadito egli stesso che le sue origini sono radicate tra le colline piemontesi.
Il Cardinale Poletto ha fatto sapere ai giornalisti che Papa Francesco conosce qualche parola del dialetto, imparata dalla nonna paterna. “Ciarea”, che in italiano significa “Ciao”, è un saluto che Bergoglio ha spesso rivolto a Poletto stesso. Nell'anno 2003 gli venne conferito il premio “Piemontesi nel Mondo 2002”, consegnatogli da Mariangela Cotto, assessore regionale all'Emigrazione. In quell'occasione l'attuale Pontefice avrebbe detto: “Alora parloma en peimontais”. A Portacomaro Stazione sono seppelliti i nonni di Papa Francesco, che negli anni si è spesso recato al cimitero per pregare per loro.
La famiglia ligure. Papa Francesco ha anche origini liguri: la madre, Regina Maria Sivori, è nata da genitori di Santa Giulia, una frazione della cittadina di Lavagna. Il nonno, Fancisco Sivori Sturla, ha sposato Maria Gogna (de Sivori) ed entrambi hanno portato a Buenos Aires un po' di quelle radici provenienti dalla vallata Fontanabuona. Anche la nonna paterna di Bergoglio potrebbe avere origini liguri, il cognome è infatti molto comune nel genovese. La Regione Liguria si sta occupando di ricostruire l'albero genealogico di Papa Francesco e, da quanto è stato affermato dalle fonti ufficiali, i documenti sarebbero ancora presenti negli archivi, pertanto sarà possibile ricostruire, con la collaborazione del Cisei, non solo il viaggio del padre, Mario, da Genova a Buenos Aires, ma anche, con ogni probabilità, la genealogia ligure.
In foto: Jorge Bergoglio con i nonni paterni
Oltre agli atti di nascita che verranno analizzati, a testimonianza del sangue “Bergoglio” in Liguria è stata ritrovata e pubblicata su diversi siti web la fotografia dei nonni materni e dei parenti stretti di Papa Francesco, presumibilmente originari della cittadina di Lavagna.
GLI ANNI DELLA GIOVINEZZA E I RAPPORTI CON LA DITTATURA ARGENTINA. Una giovinezza normale è stata quella trascorsa da Mario Bergoglio nella sua Buenos Aires. Giovane studente di chimica si laurea, ha una fidanzata, ama il ballo e gioca a calcio, nonostante all'età di 21 anni, a causa di una grave polmonite, gli sia stata asportata la parte superiore del polmone destro. Solo dopo, nel 1958, deciderà di entrare in seminario e comincerà il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, per poi laurearsi in filosofia nel 1960.
Insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires, e dopo altre esperienze d’insegnamento verrà nominato anche rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel dal 1973 al 1979. Partecipando al vertice della Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) in quello stesso anno è fra quelli che si oppongono strenuamente alla teologia della liberazione, dicendo che il continente latino-americano deve fare i conti con la propria cultura religiosa. Dopo aver preso il dottorato in Germania è tornato in patria ed è diventato direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.
In foto: il giovane Mario Bergoglio
Eh si, perchè papa Francesco è anche il primo papa “gesuita” della storia. Non a caso l’ordine dei gesuiti proprio per statuto rifiuta il conferimento di cariche ecclesiastiche che fanno gola a molti sacerdoti, e lo stesso papa ha definito il “carrierismo ecclesiastico” come uno dei “mali interni della Chiesa”. E che dire sulla scelta del nome pur essendo un gesuita, dato che i rapporti tra francescani e gesuiti non sono mai stati stretti. Padre Antonio Spadaro, gesuita e direttore de La Civiltà Cattolica, ha riferito a La Stampa: “Nella scelta del nome Francesco c’è il cuore stesso dell’esperienza dei gesuiti. Francesco era alla radice della vocazione di Ignazio, è leggendo lui che rimase folgorato. San Francesco è il modello del nostro fondatore, è un fondamento della sua conversione”.
Dunque anche in questa scelta vi è un desiderio profondo di unione tra ordini, affinché l’intera cristianità sia posta sotto lo stesso segno, quello di Cristo. Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires, e riceve la consacrazione episcopale il 27 giugno 1992 per l'imposizione delle mani del cardinale Antonio Quarracino. Nominato prima arcivescovo coadiutore di Buenos Aires nel ’97, l’anno successivo succede alla medesima sede e diventa così primate d'Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Ricordiamo che papa Francesco è inoltre consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina, gran cancelliere dell'Università Cattolica Argentina, presidente della commissione episcopale per la Pontificia Università Cattolica Argentina, membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, membro della Congregazione per il Clero, membro della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, membro del comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia e membro del consiglio post sinodale.
In tutto questo clima di grande favore non sono mancate di certo le polemiche per un presunto legame che il papa avrebbe avuto in passato con Videla e la dittatura argentina. Bergoglio all’epoca era Superiore provinciale della Compagnia di Gesù nel paese e questo gli dava grande influenza sulle comunità ecclesiastiche di base. Bergoglio avrebbe chiesto a due sacerdoti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, che lavoravano nelle comunità di base della baraccopoli ”Bajo Flores”, di abbandonare queste attività. Dopo il loro rifiuto il futuro papa, decise di allontanarli dalla Compagnia di Gesù e fece pressione sull’allora arcivescovo di Buenos Aires perché impedisse loro di dir messa.
Pochi giorni dopo i due furono rapiti e rilasciati solo dopo 6 mesi di prigionia grazie all’intervento diretto della Chiesa da Roma. Nessuna prova è, però, mai stata fornita, e lo stesso padre Lombardi ha tenuto a chiudere la questione dicendo: “E' da prendere in seria considerazione la dichiarazione di Perez Esquival che esclude qualsiasi compromissione del cardinale Bergoglio con la dittatura in Argentina, matrice anticlericale nota ed evidente. Mai vi è stata un'accusa credibile nei suoi confronti, è stato interrogato come persona informata dei fatti ma mai gli è stato imputato nulla”.
LA SALITA AL SOGLIO PONTIFICIO. Il Conclave di Marzo 2013 è durato per due giorni. La prima fumata nera è avvenuta alle 19.42 del 12 Marzo, ma tutti i vaticanisti avevano preparato il mondo all'attesa. Sarebbe stato difficile, per i Cardinali, prendere una decisione: da un lato vi era il gruppo dei ventotto italiani, dall'altro gli undici americani, che rappresentavano il secondo schieramento più numeroso. Gli altri, che facevano parte dei centoquindici partecipanti, avrebbero dovuto scegliere se accettare i candidati italiani o statunitensi. Fin dai giorni precedenti al Conclave era abbastanza chiaro che sarebbe andata a finire così: sarebbe stato eletto un Pontefice proveniente dall'Italia, dagli USA, oppure il “papa Nero”.
Dal secondo giorno, però, iniziarono a crollare tutte le certezze relative ai cosiddetti “papabili”, fin dalla mattinata, quando la fumata alle ore 11.40 del 13 Marzo si rivelò essere nera, i fedeli caddero nell'incertezza. Erano state effettuate due votazioni, durante il secondo giorno di Conclave ed entrambe avevano dato esito negativo. L'elezione di Angelo Scola, dato per super-favorito dai bookmakers, sembrava essere sempre più lontana. Alle 19.06 dello stesso giorno, però, la fumata prevista a seguito della quinta votazione, sembrava
In foto: papa Francesco la sera dell'elezione in Vaticano
essere di colore nero, ma dopo qualche istante, tutti si resero conto che il fumo era diventato di un bianco inequivocabile.
L'incredibile gioia dei fedeli radunati a Piazza San Pietro contribuì a rendere il tutto più suggestivo. Mentre nei vari paesi di tutta Italia suonavano a festa le campane, fu possibile assistere in diretta televisiva alla commovente mini-parata messa in piedi dalla gendarmeria. Quando venne suonato l'inno italiano l'emozione colpì anche i più rigidi ed i popoli di tutto il mondo iniziarono ad attendere con ansia che venisse presentato il Papa. Quando il Cardinale francese Jean-Louis Tauran (evidentemente malato) si è affacciato dal balcone per pronunciare le fatidiche due parole “Habemus Papam”, grida di felicità si udirono da ogni angolo di Piazza San Pietro. Il nome del Pontefice non fu subito chiaro: tutti si aspettavano che il nuovo Papa sarebbe stato uno dei “papabili” le cui biografie catturarono l'attenzione dei media nei giorni scorsi.
Poi, con grande sorpresa, uscì Bergoglio, il quale assunse un'espressione intimidita ed emozionata. Si fece poi coraggio e conquistò la folla con un discorso tanto rivoluzionario quanto umile. Da ogni Stato la gente commentava l'elezione di Bergoglio positivamente, fu “amore a prima vista” tra i popoli ed il Vescovo di Roma. Quando il nome di Francesco venne annunciato, poco prima, dal Cardinale Tauran, si intuì immediatamente che il nuovo Pontefice avrebbe agìto nell'umiltà, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto le sue parole sarebbero state dirette, speciali, commoventi ed estremamente semplici.
Papa Francesco si era già avvicinato al Pontificato durante il Conclave dell'anno 2005, quando venne eletto Joseph Ratzinger. In quell'occasione, scelse di cedere i suoi voti (circa una settantina) a colui che divenne Benedetto XVI, mostrando generosità. Quell'anno, Bergoglio veniva considerato uno dei più “papabili”, ma nel 2013 la sua nomina ha sorpreso anche i più esperti bookmakers e vaticanisti. Al terzo giorno di Pontificato, Papa Francesco ha fatto sapere ai giornalisti che venne eletto con oltre i due terzi delle preferenze, con largo consenso dei Cardinali presenti. Documentando gli avvenimenti legati alla nomina del Papa, è emerso che, prima di presentarsi alla folla, Bergoglio ha rifiutato di indossare la mozzetta d'ermellino e la croce d'oro, scegliendo di rinunciare allo sfarzo e mantenendo la sua croce di ferro.
Il Vescovo di Roma ha anche tenuto le sue semplici scarpe. I Cardinali hanno raccontato che, al momento dello scrutinio, quando è stata appurata la sua elezione, Papa Francesco non si è seduto sul trono della Cappella Sistina, come è tradizione, ma si è intrattenuto in piedi con i presenti.
IL “BUON PASTORE” AMATO DA TUTTI. Il cardinale decano Angelo Sodano durante la messa “Pro eligendo Pontifice” l’aveva invocato, aveva pregato perché il futuro papa potesse continuare l’incessante opera benefica di cui si sono resi protagonisti i pontefici in questi ultimi anni. Un “Buon pastore”, questo Sodano ha augurato a tutta la Chiesa, e pare proprio che le sue parole siano state ascoltate. Un uomo semplice Bergoglio, “povero tra i poveri”, venuto per ricondurre la Chiesa alle sue origini, senza fronzoli, senza “impalcature” che deviano dal vero obiettivo che ogni uomo di fede dovrebbe avere.
Come “Francesco” rifiuta ogni forma di privilegio gli sia concessa, nessuna automobile di servizio, nessun corteo, nessun trono su cui sedere che lo allontanerebbe dal dialogo diretto coi cardinali. La sua croce è di ferro, non ha bisogno dell’oro lui che vorrebbe che la Chiesa “esistesse per comunicare la verità, la bontà e la bellezza in persona. Siamo chiamati tutti non a comunicare noi stessi ma questa triade esistenziale”, dice. La sua spontaneità ed umanità hanno già dato i loro frutti: non solo fedeli (e non) hanno dimostrato affetto e stima nei suoi confronti, ma sembra anche sia stato compiuto un primo passo verso il recupero di buoni rapporti tra l’islam e la religione cattolica, dato che anche il gran imam di Al Azhar Ahmed el Tayyeb ha aperto il dialogo con Papa Francesco.
In foto: Bergoglio quando era Vescovo che bacia
in ginocchio i piedi di un bambino malato.
Anche nei confronti della pedofilia, che ha infangato più di tutto il resto la Chiesa nell'ultimo periodo, papa Francesco ha assunto una posizione dura e decisa che lo ha fatto amare ancor di più, se possibile. Secondo ”Il Fatto Quotidiano” Papa Francesco non avrebbe gradito la presenza in Santa Maria Maggiore di Bernard Francis Law, il cardinale di Boston accusato di aver protetto sistematicamente i sacerdoti pedofili della diocesi americana. Bergoglio avrebbe tuonato “Non voglio che frequenti questa Basilica”. I provvedimenti del nuovo pontefice sarebbero molto duri nei suoi confronti: innanzitutto l’allontanamento dal Palazzo di Santa Maria Maggiore e l’esortazione a una vita di clausura per il Cardinale americano.
Anche la sua prima messa di questa domenica di Marzo non ha nulla di simile alle prime messe dei suoi predecessori. Questa è stata celebrata nella parrocchia di Sant'Anna, una piccolissima parrocchia sottolineamo, dove il papa ha vestito paramenti uguali a quelli degli altri sacerdoti, il tutto in perfetto stile con la sua linea di condotta tenuta fin qui. Chi non ricorda che subito dopo essere stato eletto pontefice ha voluto pagare il conto della Domus Internationalis Paulus VI, dove aveva pernottato durante questo Conclave, e che Bergoglio è un papa abituato a viaggiare con i mezzi pubblici, tra la gente.
Anche oggi, dunque, non si è voluto smentire quando, al termine della sua prima messa pubblica, ha voluto salutare, senza alcuna misura di sicurezza, singolarmente ogni fedele presente alla cerimonia. Tra questi anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza scomparsa, la cui famiglia abita in Vaticano e frequenta la parrocchia di Sant'Anna.
IL PRIMO ANGELUS. Nella mattinata del 17 Marzo è avvenuto il primo Angelus di Papa Francesco. Prima di affacciarsi dalla finestra di San Pietro, ha celebrato la messa nella Cappella Sant'Anna. Qui erano presenti persone comuni (nessun politico, nè personaggio famoso), prevalentemente impiegati del Vaticano insieme alle loro famiglie. Bergoglio ha avvistato un prete che si occupa in Uruguay del recupero di persone in difficoltà tra la folla, così, ha scelto di portarlo con sè all'altare per presentarlo dopo l'omelia. Al termine, è uscito per primo per poter attendere i fedeli che erano presenti e salutarli uno per uno. Il Vescovo di Roma ha stretto centniaia di mani, ha baciato la fronte di ogni bambino, si è fatto baciare ed abbracciare ed ha benedetto il grembo di una donna incinta. Inoltre, ha ascoltato le parole dei fedeli. Si è poi recato tra la folla che si trovava dietro le transenne a bordo della strada, per poter salutare proprio tutti. Durante l'omelia ha sottolineato l'importanza della misericordia. Anche durante l'Angelus ne è stato ribadito il significato durante un discorso diretto ai fedeli. Piazza San Pietro, gremita, ospitava più di 300.000 persone. Ancora una volta, i presenti e gli spettatori si sono commossi di fronte alla sua umiltà ed hanno apprezzato il suo desiderio di volersi avvicinare alla gente: nemmeno Papa Giovanni Paolo II era riuscito a coinvolgere in questo modo le persone. L'Angelus stesso è passato in secondo piano di fronte all'incredibile coraggio rivoluzionario di Bergoglio, ma il suo messaggio è rimasto impresso: "Il Signore non si stanca mai di perdonare, non bisogna stancarsi di chiedere il perdono. La misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto". Prima di salutare Piazza San Pietro, il Pontefice ha spiegato il perchè di "Francesco": ha scelto il nome di San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia (emblema della povertà), per avvicinarsi maggiormente al Paese. Cogliendo l'occasione, il Papa ha dato conferma delle sue origini italiane.
IL PAPA DELLA SPERANZA. Una Chiesa provata dagli scandali è quella che papa Bergoglio accoglie tra le sue braccia, una Chiesa da cui i più si erano ormai allontanati, sfiduciati e convinti che gli alti vertici non rappresentassero di certo più l’insegnamento di Cristo. Ora più che mai i fedeli necessitano di una guida salda, e papa Francesco è chiamato a compiere questo difficile atto. Per questa ragione i suoi gesti di grande umiltà sono per tutti carichi di grande significato, tornare alle origini, oggi più che mai, risulta fondamentale per rompere col passato e riscoprire i veri valori della fede. Ci saranno tempi duri ma siamo fiduciosi che Francesco saprà attendere le speranze di tutti e terrà bene a mente le parole rivoltegli, prima di avviarsi alla loggia di San Pietro, dal primo tra i cardinali presbiteri: «Fa’ che tu sia per il tuo popolo principio e fondamento visibile dell’unità nella fede e della comunione nella carità».[MORE]
Katia Portovenero e Alessia Malachiti
(Foto in primo piano dal sito repubblica.it)