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Speciale Giornata della Memoria - Il filo dimenticato
MILANO, 25 GENNAIO 2013 - “Il filo dimenticato - 1943-1945. Gli anni bui di San Vittore”, è il titolo della mostra allestita all’interno del IV raggio della Casa Circondariale San Vittore (dal 25 al 27 gennaio) nell’ambito della Giornata della Memoria per le vittime della Shoah.
L’esposizione, inedita e unica, nasce da un progetto dell’artista Alice Werblowsky che ha coinvolto le detenute del penitenziario meneghino, le quali per tre mesi hanno ricamato a punto filza su disegni della stessa Werblowsky, usando in alcuni casi le lenzuola del carcere.
Una ventina di pannelli della memoria, di cui uno dedicato all’atroce sterminio delle popolazioni Rom da parte delle SS, raffigurano i drammatici episodi accaduti durante l’occupazione nazista a San Vittore, trasformato negli anni dell’orrore in un campo di internamento, dove migliaia di ebrei e di oppositori furono reclusi in condizioni disumane prima di essere deportati nei campi di sterminio. Il treno diretto ad Auschwitz partiva dal Binario 21 della Stazione Centrale, luogo simbolo della città, riadattato a museo-memoriale della Shoah - di prossima inaugurazione, domenica 27 gennaio - al quale sarà donata una delle opere in mostra.
A suggerire l’idea de “Il filo dimenticato” è il ritrovamento avvenuto in un negozio parigino di bric-à-brac di una scatola da cucito piena di fili da ricamo. «La merciaia - spiega Alice Werblowsky - mi ha raccontato che era appartenuta a una donna ebrea, poi deportata con la sua famiglia. Non l’ho comprata, mi sembrava un’eredità troppo pesante. Ho chiesto solo di prenderne alcuni fili da ricamo».
L’evento, che dal 03/02 al 10/02 si sposterà negli spazi della Energolab (in via Plinio 38), è stato realizzato con la collaborazione di Gloria Manzelli, direttrice del carcere di San Vittore, di Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Memoriale della Shoah, Saman, A.M.A.T.A. (Associazione degli Amici del Museo di Tel Aviv), Gariwo.
(Immagine: foto di una delle opere in mostra dalla pagina facebook de Il filo dimenticato)[MORE]
Domenico Carelli