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PALERMO - Arriva dopo le dichiarazioni del Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso “è un falso giornalistico e mediatico che Spatuzza non sia stato creduto”, la sentenza all’interno della quale, ne viene dichiarata “l’attendibilità intrinseca” e la “credibilità soggettiva” dal Gup Daniela Troja. [MORE]
Le motivazioni riguardano la condanna a 30 anni di carcere di tre imputati (Benedetto Capizzi, Cosimo lo Nigro e Cristofaro Cannella) nel processo per l'uccisione di Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore Santino assassinato a 13 anni nel '93.
A Spatuzza era stata negata la protezione perché aveva parlato di stragi e di rapporti tra mafia e politica oltre i 180 giorni previsti dalla legge. “Le dichiarazioni rese dal pentito – scrive il giudice – appaiono dotate del requisito dell’attendibilità, essendo sicuramente spontanee e sostanzialmente coerenti”.