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Sparatorie in Congo. Famiglie italiane bloccate da oltre un mese: «Siamo in pericolo»

KINSHASA (CONGO), 30 DICEMBRE 2013 - Le famiglie italiane bloccate da oltre un mese nel Congo ed in attesa di ritornare a casa con i figli adottivi, si troverebbero in pericolo, almeno secondo quanto riferisce all'Ansa una delle persone che si trova nel Paese in attesa del rimpatrio.

All'agenzia di stampa è stato spiegato che gruppi di ribelli hanno occupato l'emittente televisiva di Stato e che vi sarebbero stati spari presso l'aeroporto internazionale di Kinshasa, che al momento è chiuso. A nome delle ventiquattro famiglie che si trovano nel Congo, Enrico, originario dell'Umbria, rivolge un appello tramite l'Ansa: «Temiamo per l'incolumità nostra e dei nostri figli. Vi prego di aiutarci a sollecitare la Farnesina ad adoperarsi per farci tornare a casa»[MORE]

Durante gli scontri degli ultimi giorni, sarebbero morti almeno quaranta ribelli, mente i gruppi armati hanno fatto irruzione, oltre che alla sede della televisione di Stato ed all'aeroporto internazionale, anche in un campo militare. Si tratta di assalti che tentano di deporre il presidente Joseph Kabila a favore del leader religioso Paul Joseph Mukungubila, che durante le elezioni del 2006 venne sconfitto proprio dall'attuale capo di Stato.

Al momento, il ministero dell'Interno si sta occupando di verificare se, effettivamente, i gruppi ribelli stanno cercando di portare alla presidenza Paul Joseph Mukungubila, chiamato anche "Gideon" o "Il profeta dell'Eterno".

(Immagine da internazionale.it)
 
Alessia Malachiti