Estero
Spagna, i Popolari di Rajoy vincono le elezioni ma senza maggioranza assoluta
MADRID, 21 DICEMBRE 2015 - Con 123 seggi, il Partito Popolare ha vinto le elezioni parlamentari di ieri in Spagna, ma senza raggiungere la maggioranza assoluta, 176. Secondi i socialisti del Psoe di Pedro Sanchez, con 90 deputati. Il partito post-indignado di Pablo Iglesias, dopo una spettacolare rimonta negli ultimi giorni di campagna, registra un successo storico e sbarca in parlamento con 69 deputati, vincendo in Catalogna e nel Paese Basco. Quarto con il 13,9% e 40 deputati si piazza l'altro partito anti-casta, il centrista Ciudadanos di Albert Rivera, crollato nelle ultime due settimane.
Dopo 40 anni di stabilità politica granitica garantita da un sistema bipolare Pp-Psoe, la Spagna del 'nuovo', con l'irruzione in parlamento di decine di deputati di Podemos e di Ciudadanos, rischia di entrare in una fase di forti turbolenze politiche. I due partiti anti-casta formati un anno fa irrompono in parlamento con 109 deputati su 350 e provocano uno tsunami politico. Adesso per la Spagna si profila uno scenario di difficile governabilità. [MORE]
La strada per i popolari si presenta tutta in salita: con 123 seggi ottenuti, meno 64 rispetto al 2011, anche insieme ai 40 dei liberali di Ciudadanos, in tutto 163 voti, Rajoy sarebbe ancora lontano dalla maggioranza necessaria nelle Cortes di 176 voti. Come lo sarebbe anche l'eventuale alleanza alternativa di sinistra - Psoe, Podemos, Iu e Up - che arriverebbe a 161 voti, secondo le varie ipotesi di formazione di governo pubblicate dal sito de El Mundo con lo scrutinio arrivato ad oltre il 99%.
L'unica coalizione che matematicamente garantirebbe i 176 seggi è una grande coalizione alla tedesca fra Pp e Psoe, già da tempo ipotizzata per garantire la stabilità del paese. Lo stesso Rajoy venerdì per la prima volta non ha escluso categoricamente questa ipotesi. La formazione del nuovo governo di Madrid sarà con ogni probabilità lunga e laboriosa. Le ipotetiche coalizione di centro-destra Pp-Ciudadanos o di centro-sinistra Psoe-Podemos supererebbero rispettivamente 162 e 160 deputati. Per riuscire a ottenere l'investitura sarebbe necessario l'appoggio di deputati dei partiti nazionalisti, catalani o baschi, che diventerebbero un problematico ago della bilancia e farebbero pagare a caro prezzo il loro voto.
Questa situazione complicata da domani rischia di dare un ruolo senza precedenti al giovane re Felipe VI, che potrebbe dover mediare per nuove alchimie che consentano di evitare lo spettro di un ritorno anticipato alle urne. Una ipotesi che preoccupa gli ambienti finanziari, in un paese ancora in convalescente uscita dal tunnel della crisi più profonda dell'ultimo mezzo secolo. E infatti oggi la Borsa di Madrid ha aperto negativamente: l'indice Ibex 35 fa uno scivolone del 2,1% mentre lo spread sui titoli di Stato decennali sale all'1,8% ai massimi dal 17 novembre.