Economia

S&P manda l'Italia in "serie B". Per l'Abi "decisione irresponsabile"

MILANO, 14 GENNAIO 2012- Dopo la decisione di S&P di tagliare il rating dell'Italia, facendoci scendere in "serie B", a BBB+, immediate sono state le reazioni, tra cui quella dell'Abi che in una nota definisce, "ingiustificata, incomprensibile e irresponsabile la decisione di S&P di abbassare il rating dell'Italia e di altri Paesi dell'Eurozona, anche alla luce dei risultati delle ultime aste di titoli di Stato Italiani, e condivide in pieno le critiche espresse anche dai massimi vertici della Comunità Europea". [MORE]

La nota dell'associazione continua sottolineando che, "L'Abi auspica che sia completata ed approvata nel minor tempo possibile la disciplina europea sulle agenzie di rating e che la Banca Centrale Europea e le Autorità di vigilanza riconsiderino da subito l'utilizzo dei rating esterni nelle loro procedure e nei modelli di valutazione".

Tuttavia, a "sollevare dubbi sulla credibilità delle agenzie di rating" è anche l'agenzia di stampa cinese Xinhua, che pur affermando che "l'intervento di S&P possa apparire legittimo per alcuni aspetti legati all'andamento dei conti pubblici, per la tempistica suscita dei dubbi viste le migliorate prospettive sulla situazione espresse dalla Bce ed il successo dell'asta spagnoli di due giorni fa". Inoltre, Xinhua sottolinea che "la mossa di S&P incide sulla fiducia degli investitori". Per questo, Xinhua invita S&P, ma anche Moody's e Fitch, ad essere "obiettive e professionali informazioni non corrette sui rischi sui debiti sovrani rischiano di avere consenguenze catastrofiche sui mercati globali".

Oltre al taglio del rating del nostro paese, ieri S&P, ha proceduto a declassare altri otto paesi dell'Eurozona. In particolare, Francia e Austria perdono la tripla AAA (giudizio che sta a significare zero rischi per gli investimenti ed elevata capacità di ripagare il debito). In merito all'Eurozona, reazione dura da parte del commissario Olli Rehn: “La decisione di S&P è incoerente, l’eurozona ha agito. Siamo dispiaciuti della decisione senza fondamento presa oggi da S&P sul rating di diversi paesi dell’area euro”.

Per il Presidente della Repubblica, Napolitano, "La crisi economica e finanziaria globale ha trovato le istituzioni europee ancora condizionate da limiti del passato. Le profonde trasformazioni in corso su scala mondiale evidenziano l'urgenza per l'Europa di mettere in campo la più forte volontàcomune nel procedere senza esitazioni sulla via dell'unità politica e dell'effettiva unione economica".


Di seguito, l'evoluzione cronologica del rating sull'Italia:

OTTOBRE 1995: Standard Poor's modifica da stabili a negative le prospettive sul rating AA sul debito pubblico.

LUGLIO 1996: Moody's promuove il debito da A1 ad Aa3.

MAGGIO 1998: Standard Poor's modifica le prospettive sulla AA da negative a stabili.

MAGGIO 2002: Moody's alza il giudizio da Aa3 ad Aa2.

GIUGNO 2002: Fitch alza la valutazione da AA- ad AA. E' l'ultima promozione.

GENNAIO 2003: Standard Poor's modifica le prospettive della AA da stabili a negative.

LUGLIO 2004: Standard Poor's declassa da AA ad AA-.

GIUGNO 2005: Fitch modifica le prospettive della AA da stabili a negative.

AGOSTO 2005: Standard Poor's modifica le prospettive sulla AA- da stabili a negative.

MAGGIO 2006: Fitch modifica le prospettive da negative a rating watch negative.

OTTOBRE 2006: Standard Poor's abbassa la sua valutazione da AA- ad A+. Anche Fitch declassa da AA ad AA- con prospettive stabili.

MAGGIO 2011: Standard Poor's modifica le prospettive della A+ da stabili a negative.

SETTEMBRE 2011: Standard Poor's taglia il rating dell'Italia da A+ ad A.

OTTOBRE 2011: Fitch taglia il rating di un livello da AA- ad A+. Nello stesso mese Moody's taglia di 3 livelli ad A2 il debito sovrano italiano, con outlook negativo.

(Fonti: Adnkronos)

Rosy Merola