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Soveria Simeri (CZ), anche quest'anno volano i tradizionali 'palloni di Santa Lucia'

SOVERIA SIMERI, 13 DICEMBRE 2014 - Paese che vai, usanze che trovi. E quando esse si preservano immutate negli anni, diventano piccoli grandi eventi, appuntamenti con la tradizione. Come a Soveria Simeri, dove ogni anno si ripete lo spettacolo del 'volo dei palloni di Santa Lucia', omaggio alla Santa fra le più venerate d'Italia. Il 13 dicembre diventa perciò un giorno atteso, di riflessione e commemorazione nel nome della Santa protettrice della vista, che i 'soveritani' celebrano a modo loro. Non manca neppure qui, nel piccolo centro del catanzarese così come in moltissime città dove la Santa di Siracusa viene celebrata, la sfilata fra le vie del borgo della statua di Lucia, accompagnata dalle armonie della Banda Musicale e dalle preghiere dei fedeli. Ma il momento più coinvolgente ed intensamente vissuto è quello che, come un rituale sacro, si svolge nella piazza cittadina, davanti agli occhi dei soveritani vicini e di quelli che, per l'occasione, tornano nel borgo natìo.

[MORE]Leggenda racconta che queste leggerissime mongolfiere volino in ogni ricorrenza e da ormai molti decenni, da quando Vincenzo Sacco, devoto alla Santa, diede il volo al primo 'pallone' che, levandosi verso il cielo, rappresentava l'ascensione dell'anima della martire Lucia. Questi grandi palloni aerostatici di carta velina, colorati nei più svariati modi e con le più svariate tinte, si gonfiano con l'aria calda che si sviluppa da una fiamma alla loro base e che li spinge verso l'alto, liberi di salire sempre più su finchè la fiamma non si spegnerà, per poi cadere chissà dove, magari lontano tanti chilometri.  

La loro realizzazione è affidata alle mani del maestro Donato Del Fabbro, che con l'abilità tipica dell'appassionato artigiano, si dedica ormai da molti anni al confezionamento dei 'palloni', spinto dal riconoscimento grato della sua gente. La radicata credenza popolare è testimoniata da come, ogni anno, in molti accorrano a 'prenotare il pallone' con offerte in denaro, un 'voto' inteso come pegno d'amore e di devozione nei confronti della Santa che si strappò gli occhi e li donò a Pascasio, il persecutore di lei invaghitosi soprattutto per lo splendore delle sue pupille. Ad ogni volo, queste famiglie affidano un commosso messaggio, un ringraziamento o una richiesta d'aiuto alla Santa Vergine e Martire.

Soprattutto nel Meridione, il culto del divino della cultura cristiana, legato ai riti tradizionali del luogo, si sente ancora forte nei piccoli borghi. Anche la scelta del giorno, il tredici di ogni ultimo mese dell'anno, non è casuale: il canonico De Michele, racconta nei suoi scritti che proprio in un mattina siracusana del 13 dicembre del 1646, Lucia mostrò la sua magnificenza. Siracusa attraversava un tremendo periodo di carestia e fame, e i devoti alla Santa Patrona si riunirono in una Messa Solenne davanti alle sue relique, chiedendo il suo intervento. I presenti si trovarono testimoni di una scena surreale: una colomba si posò sul trono dove sedeva il Vescovo e si udì una tenera voce, che annunciò l'arrivo di una nave carica di grano. La città fu salva e il miracolo fu attribuito alla giovane Santa. Così, ogni manifestazione religiosa dedicata a Santa Lucia, diventa occasione, per ogni devoto, di chiedere la sua intercessione. 

Ogni 'pallone' diventa, perciò, un'opera d'arte semplice ma di significato intenso, intrisa di creatività e misticismo che si fondono per diventar tradizione, rievocando ogni anno la stessa passione ed ad ogni loro liberarsi nell'aere, fra gli scroscianti applausi, la stessa emozione nel cuore del credente. E che avvicina anche chi credente non lo è, sentendo altrettanto sua la tradizione per il senso d'appartenenza che cela in se verso la comunità, in quel giorno speciale dell'anno riunita tutta: grandi e piccini a mento in su, a seguire il volo del pallone.

 

Salvatore Remorgida