Cultura e Spettacolo
SOLO, i sogni e la poesia di Arturo Brachetti ammaliano il Politeama di Catanzaro
Catanzaro, 28 novembre - La vita è bellezza, poesia, sogno, utopia, intesa come forma di elevazione umana. E dove, se non nella mente di un bambino, possiamo cogliere tutte queste meraviglie? Se quel bambino, poi, è Arturo Brachetti, il più grande attore trasformista del mondo, lo spettatore viene preso per mano e accompagnato in un viaggio fantastico, il “giro del mondo in ottanta personaggi”. Arturo ritorna fanciullo e lo conduce nei suoi ricordi, nelle sue fantasie, facendogli, così, rivivere quelli che sono stati i propri sogni. Un fanciullo che appena sente “C’era una volta..” ecco che un tappeto che vola, un rospo che parla, un gatto con gli stivali, si materializzano davanti a lui, e la sua immaginazione vola via lontano.
Ed è proprio questo magico viaggio nella sua mente che ieri sera ha voluto donare al pubblico del Teatro Politeama di Catanzaro, tutto esaurito. Con l’ausilio di un piccolo plastico, ha aperto le porte di casa sua e, stanza per stanza, sette in tutto, ha narrato i suoi ricordi, le sue fiabe preferite, i cantanti, i film, e tutti i personaggi che hanno fatto sì che la sua fantasia fosse sempre in volo, mentre la sua ombra, Kevin Michael Moore, ha cercato costantemente di tenerlo con i piedi per terra.
Con oltre cinquanta cambi d’abito, eseguiti con una rapidità estrema, ha portato sul palcoscenico Biancaneve, Cenerentola, Aladino, Wonder Woman, Batman, Sherlock Holmes, Jessica Fletcher, Baywatch, Ghostbusters, Michael Jackson, John Lennon, Pavarotti e tanti altri. È riuscito a rappresentare venticinque personaggi diversi modificando la forma di un disco in feltro, bucato al centro, che suo nonno gli avrebbe regalato per cappello dicendogli “dovrai riempire il buco con la tua fantasia”, trasformandosi, così, in Don Camillo, Napoleone Bonaparte, Guglielmo Tell, cardinale, moschettiere, pompiere, samurai, Torre Eiffel e molti altri.
Ben ventisette sono stati gli animali che è riuscito a mimare con le ombre cinesi. Quattro le stagioni che magicamente ha disegnato con le sue mani sulla sabbia e proiettate su un grande schermo. Da una macchina da cucire, modello Singer anni ’70, è partito un commovente ricordo della mamma, che si cuciva i vestiti da sé: un elegante abito a fiori ha preso vita e si è accompagnato ad Arturo in un galante ballo.
Quick Change, i cambi veloci, Chapeaugraphie, le trasformazioni del cappello, Sand Painting, i disegni con la sabbia, ricordi, paure, sogni, poesia, perfettamente coordinati in una scenografia, che gli ha permesso di integrarsi con le immagini animate, e in un caleidoscopio di luci, costumi e sorprendenti illusioni.
Brachetti continua a volare con la sua fantasia fino alla fine ed anche la sua ombra, finalmente, cede alla sua ostinazione: “Non è poi così grave, voler restare per sempre un po’ bambini, anche la tua ombra è felice di vederti volare”.
“Solo”, uno spettacolo straordinario, per i bambini ma anche per gli adulti, accompagnati per novanta minuti in quella dimensione che ormai abbiamo quasi tutti dimenticato, l’utopia. Grande merito al sovrintendente della Fondazione Politeama, Gianvito Casadonte, che ha portato il suo pubblico “alle porte del Sogno, dove la Fantasia è la chiave”.
Saverio Fontana
Fotografia dal sito ufficiale di Arturo Brachetti