Solidarietà dei Partigiani della Scuola Pubblica alla  docente sospesa in una scuola di Pavia
Pubblica Istruzione Lombardia Pavia

Solidarietà dei Partigiani della Scuola Pubblica alla docente sospesa in una scuola di Pavia

mercoledì 30 ottobre, 2019

LAMEZIA TERME (CZ) 30 OTTOBRE - I Partigiani della Scuola Pubblica esprimono solidarietà alla docente di una scuola di Pavia sospesa perché aveva segnalato alla dirigente scolastica il caso di una bambina  che mostrava evidenti  segni di percosse e maltrattamenti.  Dopo qualche tempo la docente, non  avendo notato alcun movimento, decise di presentare un esposto anche alle Forze dell’ordine. Il fatto accaduto alla docente impone alcune riflessioni in primo luogo sull’obbligatorietà dei docenti a denunciare, in secondo luogo sull’abuso di potere ormai diffuso dei dirigenti scolastici  che si servono impropriamente degli strumenti della 165 del 2001, e in terzo luogo  sulla solidarietà da parte del mondo della scuola. 

Sul  primo punto,  la legge, con riferimento agli articoli 357 e 358, recita che i docenti, nel merito della  loro funzione, sono pubblici ufficiali a tutti gli effetti,  pertanto hanno il dovere di denunciare al dirigente scolastico. Sempre per effetto di questa legge, due maestre e la dirigente, sono state sospese recentemente ( ora a processo)  in quanto non avevano denunciato il patrigno che a Cardito aveva ucciso il suo bambino, pur avendo visto i lividi sul corpo del piccolo. In merito al secondo punto, il provvedimento del dirigente scolastico è del tutto fuori luogo avvalorando il concetto che i dirigenti scolastici utilizzano impropriamente gli strumenti legislativi, abusando spesso di questo potere previsto dalla legge.  

A proposito, la Legge Brunetta , se utilizzata in modo improprio, diventa un mostro legislativo poiché conferisce al dirigente scolastico tre posizioni: accusa, quindi è pubblico ministero, si difende ed è giudice fra le parti. Poiché l’articolo 111 , comma 2, della Costituzione prevede che il giudice sia terzo tra le parti, l’aspetto esaminato si rivela un vero e proprio obbrobrio. Per quanto riguarda il terzo punto,  i Partigiani della Scuola Pubblica commentano:« La  comunità scolastica dovrebbe prendere posizione riguardo casi del genere in quanto, se non parte dagli stessi docenti un recupero della propria immagine e quindi della propria dignità, non si svolterà in campo scolastico. Non si è compreso ancora - continuano – che aver tagliato e svalutato così pesantemente la scuola, produce una svalutazione dei valori e dell’etica del vivere civile». Alla luce della questione esposta,  è necessario dare un esempio positivo affinché la società sia credibile. « Sarebbe opportuno – concludono i Partigiani – che, oltre che per tutti i problemi che affliggono il mondo scolastico, si lavori alacremente per dare dignità a professionisti che costituiscono i pilastri delle società civili e democratiche».

Foto: I Partigiani della scuola pubblica

Lina Latelli Nucifero


Autore
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