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Sogni infranti: I giovani demotivati vanno all'estero

VERONA, 30 NOVEMBRE 2013 - Cresciuti come la generazione del futuro, ora l’Italia ostacola i sogni dei giovani. Li costringe a lasciare il Paese per tentare di costruirsi una carriera altrove. Questo succede perché siamo un Paese vecchio e avaro. Non si lascia spazio ai giovani perché si perderebbero i propri privilegi, la costituzione non protegge abbastanza la classe media e la burocrazia ostacola le imprese.

Siamo cresciuti come la generazione del futuro che avrebbe cambiato il Paese. Ora siamo cresciuti e ci troviamo davanti ad un muro invalicabile se non per chi ne ha le risorse finanziarie; ostacolati da un’Italia che non fa crescere e che non da opportunità. L’università è diventata, o sarebbe meglio dire, è ritornata ad essere un bene concesso a pochi eletti; e quei pochi che se la possono permettere alla fine degli studi si dirigono all’estero. Le borse di studio scarseggiano e molte famiglie non si possono permettere esborsi ingenti di denaro per aiutare i figli a costruirsi un futuro. Noi giovani siamo costretti a casa senza via di scampo, le aziende non ci fanno lavorare perché siamo privi di esperienza. I politici si spacciano come protettori del popolo, invece sono solo dei ladri con maschere ben costruite, ostacolano la crescita di noi giovani e ostacolano la crescita del Paese. Arrovellano le loro menti su problematiche di esigua importanza, non fanno leggi a favore della popolazione. [MORE]

Ma che fine fanno i ragazzi diplomati? E le scuole superiori sono effettivamente un trampolino di lancio verso il mondo del lavoro o è soltanto una mera illusione?

Terminata la scuola dell’obbligo, i neodiplomati sono di fronte ad un bivio: continuare gli studi o entrare nel mondo del lavoro. Per chi decide di intraprendere la carriera universitaria le difficoltà non si limitano solamente allo studio ma al contrario gli ostacoli sono ben maggiori. Infatti i tagli all’istruzione hanno limitato sia i contenuti delle borse di studio sia le quantità erogate delle stesse. Molti studenti, anche se meritevoli, sono costretti ad abbandonare il proprio sogno perché i genitori non possono sostenere i costi dell’istruzione dei propri figli e forse ritenteranno l’anno seguente. Per chi invece decide di addentrarsi nel mondo del lavoro la questione non è più semplice. I più fortunati, quelli con una buona conoscenza delle lingue straniere, vanno all’estero per migliorare le proprie conoscenze linguistiche o sperando di fare carriera, la maggior parte inizia come lavapiatti o camerieri. Mentre coloro che rimangono nel Paese se hanno un po di fortuna lavorano con contratti a tempo determinato o a progetto di tre mesi o poco più, come cassieri o commessi. Gli altri i quali ambiscono magari ad imparare una professione che possa dar loro motivo di soddisfazione per gli studi fino ad ora compiuti, rimangono a casa nella speranza che, prima o poi, verranno chiamati da qualche azienda.

In Italia sono circa 654 mila i giovani disoccupati e in tutto questo lo Stato dov’è?

(Foto: 02blog.it)

Erika Bressan