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Morto Gheddafi, la Libia è finalmente libera "Video cattura"

SIRTE, 20 OTTOBRE 2011 – Ormai è ufficiale, il rais libico Mu'ammar Gheddafi è morto. La Russa: “missione conclusa”. La caccia all'uomo è finita in tarda mattinata a conclusione dell'ultimo massiccio raid sferrato dalle truppe del Cnt che da mesi assediano Sirte, ultima roccaforte dell'ex dittatore. Dopo le voci diffuse nelle prime ore di oggi da un portavoce della France Press sul ferimento di Gheddafi, fonti della tv satellitare al-Arabiya hanno confermato il decesso del colonnello durante il trasporto in un ospedale della città di Misurata.[MORE]

A scontro finito, gli insorti raccontano di aver trovato Gheddafi rintanato in una buca che gridava: “Non sparate! Non sparate!”. Secondo quanto riferito dal capo del Cnt di Sirte Abu Bakr al-Frinjani, il rais era ferito ma al momento del ritrovamento non sembrava in pericolo di vita. Un gruppo di miliziani lo avrebbe poi trasportato in ambulanza verso la città di Misurata, dove è giunto già cadavere.

Alto il bilancio delle vittime, tra cui spuntano anche i nomi del capo dei servizi segreti Abdallah Senoussi e quello del ministro della Difesa Abubakr Yunes Jaber. Catturati questa mattina anche due alti gerarchi dell'ex dittatore: il cugino Ahmed Ibrahim e il segretario personale di Mo'tasin Gheddafi. I militanti del Cnt riferiscono di aver bloccato i due uomini poco prima che riuscissero a fuggire verso il Sud.

A distanza di una settimana dalla cattura del figlio Mo'tassin, sorpreso dai militanti del Cnt in procinto di abbandonare la città di Sirte, l'ultimo raid della Nato e dei guerriglieri insorti segna la fine dei 40 anni di dittatura in Libia.

Già all'arrivo delle prime voci sulla morte di Gheddafi, la popolazione ha cominciato a riversarsi nelle strade per festeggiare la caduta del rais. Numerose le manifestazioni d'affetto verso i guerriglieri, che in tarda mattinata hanno concluso le operazioni di sgombero della città dalle ultime sacche di resistenza. Le truppe del colonnello sopravvissute all'attacco si trovano ora in rotta sulla strada che porta a Misurata.

La morte dell'ex dittatore segna un punto di svolta nella cosiddetta Primavera Araba, iniziata il 17 Dicembre 2010 quando un venditore ambulante tunisino si diede fuoco in segno di rivolta contro le prepotenze della polizia. Da allora la protesta si è espansa a macchia d'olio fino a raggiungere l'Egitto, il Marocco e la Libia. Un inarrestabile effetto domino si è abbattuto sui paesi del mondo arabo, che nel giro di un anno sono stati investiti dall'ondata di malcontento della popolazione.
Prima è toccato alla Tunisia con le dimissioni del presidente Ben Ali, poi all'Egitto con la caduta del regime trentennale di Hosni Mubarak e infine alla Libia con la morte di Gheddafi. Nessuno sa in che direzione proseguirà la Storia, l'unica certezza è che il Medio Oriente e l'Africa difficilmente saranno gli stessi di come li ricordavamo.
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Riccardo Marcucci