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DAMASCO, 15 APRILE 2018 - A Washington erano le 9 di sera quando hanno iniziato a piovere missili su Damasco, Donald Trump ha parlato alla nazione per informarla della sua decisione di bombardare il territorio siriano dopo che alcuni obiettivi erano già stati colpiti. [MORE]
Poco dopo sono arrivate le dichiarazioni di Emmanuel Macron e di Theresa May, unici alleati degli Stati Uniti nella guerra contro Assad, colpevole di essere ricorso all’uso di armi chimiche sulla popolazione. I missili hanno solcato i cieli di Damasco per circa un’ora e avevano l’obiettivo di indebolire il programma di armi chimiche di Damasco, per ora si è trattato di un’offensiva singola, detta one time shot dal numero uno del Pentagono James Mattis. Non si escludono prossime azioni se Assad dovesse riprendere l’uso delle armi chimiche che hanno ucciso circa 100 persone la scorsa settimana: "Abbiamo dato alla diplomazia chance su chance. Ora il tempo delle parole è finito, e se la Siria userà ancora i gas gli Stati Uniti hanno il colpo in canna e sono pronti a sparare", ha minacciato senza mezzi termini l'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley durante la riunione del Consiglio di sicurezza convocata d'emergenza al Palazzo di Vetro di New York.
Donald Trump ha affidato al suo account ufficiale su Twitter i commenti successivi all’attacco, scrivendo: "Missione compiuta". Gli obiettivi militari centrati sono stati tre: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo. "L'attacco di stanotte ha azzoppato il programma di armi chimiche di Damasco, lo ha riportato indietro di anni e ha quindi indebolito la possibilità di futuri attacchi chimici da parte del regime di Assad", hanno commentato i vertici del Pentagono, che a dispetto della versione di Mosca assicurano: "Ogni bersaglio scelto è stato colpito con successo".
Mosca, infatti, si era rivolta all’Onu chiosando contro gli Stati Uniti e i suoi alleati, per aver avviato un’azione “aggressiva” e "una violazione del diritto internazionale". Tuttavia,il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha bocciato una bozza di risoluzione proposta dalla Russia che "condannava l'aggressione contro la Siria da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, in violazione delle leggi internazionali e della Carta delle Nazioni Unite". Il testo ha ottenuto solo 3 voti a favore (Russia, Cina e Bolivia), 8 contrari e 4 astenuti. Non è stato necessario il veto di Usa, Gran Bretagna e Francia.
Da Palazzo Chigi il premier Paolo Gentiloni fa sapere che: "L'Italia non ha partecipato all'attacco in Siria e il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria. Non è il momento dell'escalation, è il momento di mettere al bando le armi chimiche, della diplomazia e del lavoro per dare stabilità e pluralismo alla Siria dopo sette anni di un conflitto tormentato e terribile".
Anche l'Alto rappresentante Federica Mogherini a nome dell'Ue interviene informando che "L'Ue era stata informata dei bombardamenti aerei mirati di Usa, Francia e Gran Bretagna sugli impianti di armi chimiche in Siria. Queste misure specifiche sono state prese con l'unico obiettivo di impedire l'ulteriore uso di armi e sostanze chimiche da parte del regime siriano".
Nella tarda serata di ieri è stata segnalata da alcuni media siriani e anche israeliani una "esplosione molto forte" a sud di Aleppo, in Siria, vicino a una base militare iraniana. Si è parlato di possibili vittime, 'almeno venti', tra gli ufficiali iraniani. Per l'agenzia russa nella zona sarebbero stati visti solcare il cielo siriano alcuni aerei non identificati. Secondo i media vicini a Hezbollah, l'esplosione avrebbe interessato un deposito di esplosivi e sarebbe stata accidentale.
Fonte immagine SkyTG24
Claudia Cavaliere