Siria: situazione sempre più critica, ma Assad assicura: "Il regime non cadrà"
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DAMASCO, 20 SETTEMBRE 2012 – Sono centosettantatre le vittime in Siria nella giornata di oggi e ventinovemila in totale negli ultimi diciotto mesi.
Gli aerei governativi bombardano tutto, anche le stazioni di benzina, i ribelli rispondono al fuoco con altro fuoco, gli elicotteri vengono abbattuti, le pile di cadaveri crescono a vista d’occhio minuto dopo minuto.[MORE]
È un cimitero infuocato la Siria, un ammasso di città fantasma fatte di ruderi macchiati di sangue, un teatro dell’orrore dal quale gli abitanti cercano disperatamente di scappare, un focolaio di guerriglia che preoccupa e spaventa sempre di più le associazioni umanitarie di tutto il mondo e molti dei Paesi confinanti.
È una nazione che rischia di affogare nel suo stesso sangue, che annaspa rumorosamente alla disperata ricerca d’aria, dell’aria di un cambiamento atteso, cercato, forzato e, più che mai, terribilmente necessario, Un cambiamento che non potrà avvenire abbattendo i vertici del regime, almeno stando a ciò che dichiara alla stampa egiziana il Presidente Bashar al Assad, fermamente convinto che il governo di Damasco non crollerà e che i ribelli non vinceranno l’estenuante battaglia che, nell’ultimo anno e mezzo, ha sventrato la Siria e messo la sua popolazione in ginocchio.
(foto www.lasestina.unimi.it)
Elisa Lepone