Siria, precipita aereo russo nel Mediterraneo: morti i due piloti
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DAMASCO, 3 MAGGIO – Un caccia russo è precipitato in mare al largo della città di Jabla, in Siria, nel territorio della provincia di Latakia, sede di una base dell’esercito di Mosca. A dare la notizia sono stati i media siriani, più volte ripresi poi dalle emittenti internazionali Sky News Arabia e al-Jazeera.[MORE]
L’aereo, un caccia Sukhoi-30, aveva a bordo due piloti. Stando a quanto dichiarato dal ministero della Difesa russo, entrambi gli uomini alla guida del velivolo sono deceduti nell’impatto.
Le prime ricostruzioni hanno escluso la possibilità che a causare la caduta dell’aereo sia stato un missile: citando un comunicato delle forze armate di Mosca, infatti, al-Jazeera ha dichiarato che il velivolo si sarebbe schiantato dopo aver impattato uno stormo di uccelli, il quale avrebbe danneggiato irreparabilmente il motore del caccia.
E mentre Mosca piange i suoi due piloti, dalla Russia è arrivato un inatteso invito agli Stati Uniti ed alla Francia ad affiancare, con propri esperti, il team di specialisti dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche al lavoro nell’area di Duma, città colpita lo scorso 7 aprile da un presunto attacco chimico.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha sottolineato come Mosca si aspetti una indagine indipendente “incluse visite a tutte le strutture collegate ad accuse di attacco chimico e all’attività degli estremisti nella produzione di agenti velenosi”. “Da parte nostra” ha poi proseguito “abbiamo aiutato il lavoro degli esperti nel modo migliore”.
Sul territorio siriano è invece iniziata l’evacuazione dei miliziani ribelli presenti a sud di Damasco: in base ad un accordo tra Damasco ed il Comitato di liberazione del Levante, oltre 5000 persone saranno evacuate da due villaggi assediati. Tra di esse non sono inclusi i miliziani del sedicente Stato Islamico.
E intanto, continuano i bombardamenti da parte delle forze fedeli ad Assad sul campo profughi palestinese di Yarmouk, prima della guerra il più grande di tutta l’area. Se gran parte dei residenti è scappata, restano nelle zone limitrofe o a ridosso dello stesso almeno altre 12mila persone.
Paolo Fernandes
Foto: news.leonardo.it