Estero
Siria: perdura la repressione e la morte di civili
ROMA, 6 LUGLIO – Nella città di Hama, nord della Siria, accerchiata da giorni dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad, continua la repressione sanguinosa. Ammar Qorabi, capo dell’Organizzazione nazionale dei diritti umani, ha denunciato la morte di 22 persone e il ferimento di altre 80. [MORE]
La comunità internazionale ha lanciato diversi appelli che chiedono un cessate il fuoco. Gli Stati Uniti hanno chiesto il ritiro delle truppe e la Francia prega le Nazioni Unite di prendere posizione nei confronti di questo crimine. Amnesty International parla di crimine contro l’umanità relativamente alla brutalità della repressione dei manifestanti: “le testimonianze dipingono in modo estremamente inquietante le azioni sistematiche con l’obiettivo di schiacciare i dissidenti […] i decessi in prigione, le torture e le detenzioni arbitrarie potrebbero fare agire la Corte Penale Internazionale”.
Nei giorni scorsi sono state diffuse su YouTube le immagini che mostrano la morte di un cameraman che, filmando la rivolta da un balcone, viene sorpreso da un cecchino che gli spara. Questo video e gli altri numerosi crimini di cui si sta macchiando il regime non costituiscono una buona pubblicità per il presidente e aggravano una situazione già disastrosa, che pare essere tutt’altro che vicina ad una soluzione pacifica.
Filomena Maria Fittipaldi