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Siria, Isis assedia Kobane. Pentagono: "Raid aerei non basteranno a salvare la città"

NEW YORK, 8 OTTOBRE 2014 - Nella giornata di oggi il portavoce del Pentagono, John Kirby,  ha risposto alle domande di alcuni giornalisti e ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno "facendo il possibile" per fermare i terroristi, ma che i soli raid aerei non basteranno a salvare la città di Kobane, in cui da giorni sta avendo luogo la violenta battaglia tra l'Isis in avanzata e i guerrieri kurdi.

Kirby ha sottolineato che “dovrebbero esserci truppe competenti, ribelli siriani o forze governative irachene per arrivare a sconfiggere l’Isis”. Nel frattempo, anche le forze armate turche, che avrebbero dovuto intervenire oggi, si fanno attendere creando non pochi malumori nell'amministrazione Obama. Lo ha riportato il New York Times, sottolineando l'attenzione del governo americano su quelle che definisce "le scuse della Turchia per non agire con maggiore intensità dal punto di vista militare". [MORE]

Circa la richiesta di un intervento di terra da parte del presidente turco, alcune fonti Usa hanno fatto sapere che "la coalizione guidata dagli americani con il suo alternarsi a stretto giro di voli e di raid aerei, ha di fatto imposto una no-fly zone sulla Siria del nord". In tal senso, quindi, "le richieste del presidente Erdogan sono lungi dal convincere".

La preoccupazione e il fastidio per il mancato intervento della Turchia trapelano anche dalle parole di un alto ufficiale americano, che ha dichiarato: "Dopo avere inveito su un'annunciata catastrofe umanitaria in Siria, La Turchia sta inventando ragioni per non intervenire ed evitare una nuova catastrofe".

Valentina Vitali

(Foto: qn.quotidiano.net)