Estero

Siria: con 9 milioni di sfollati, Assad preme per le presidenziali

 BEIRUT, 9 APRILE 2014 – Nel suo rifugio libanese, Mohammed ritiene che le sue possibilità di avere una voce in capitolo nel futuro del suo paese, la Siria, risultano pressoché limitate. Mohammed scappò circa otto mesi fa da Homs, dove l'esercito gli aveva distrutto la casa, e ha trovato riparo nella città di Tripoli, nel nord del Libano. È uno dei nove milioni di siriani scappati all'estero dall'inizio del conflitto, che non parteciperà alle prossime elezioni presidenziali del proprio paese. Elezioni viste dagli osservatori come una mossa strategica del presidente Bashar al-Assad per ripristinare e rafforzare il proprio potere nel paese, oltre a un affronto agli sforzi di mediazione della comunità internazionale.

«È uno scherzo», s'infervora Mohammed, che ha chiesto di utilizzare un nome di fantasia per motivi di sicurezza, «come si possono organizzare le elezioni, ora che ci sono milioni di sfollati in Turchia, Libano e Giordania? Tutte persone che non voterebbero mai Assad, poiché a causa sua gli sono stati assassinati parenti e amici».

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Nel frattempo in Siria la campagna elettorale è cominciata, tra città svuotate e distrutte. Nelle strade di Damasco, sono comparsi striscioni con Assad in tenuta militare, con lo slogan “Campagna per un leader onesto, Noi tutti vogliamo Assad”. I negozi della capitale sono stati dipinti con la bandiera siriana, ma i residenti hanno riferito di essere stati costretti a comprare la pittura sotto le minacce di multe o dell'arresto. Assad non ha ancora ufficializzato la propria candidatura, ma a breve il suo settennato scadrà. Il mese scorso, inoltre, il parlamento siriano ha approvato degli emendamenti alla legge elettorale, che permette a nuovi candidati di presentarsi alle elezioni. Le modifiche, tuttavia, impongono che i candidati siano nominati da 35 membri del partito di Assad in parlamento; devono inoltre aver vissuto in Siria negli ultimi 10 anni e non devono essere sposati con una donna non siriana. Ciò taglierebbe fuori molti membri dell'opposizione, che al momento si trovano in esilio. Finora, difatti, nessuno si è fatto avanti.

Fonte: aljazeera.com

Foto: aljazeera.com

Dino Buonaiuto