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Siria, cade Daraa, città che per prima si è ribellata ad Assad

Velia Alvich
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Siria, cade Daraa, città che per prima si è ribellata ad Assad
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DAMASCO, 13 LUGLIO – Dopo sei anni e mezzo di guerra cade infine Daraa, città a Sud-Ovest della Siria, vicinissima al confine con la Giordania. Le forze governative sono entrate oggi nella città tenuta dai ribelli e hanno issato la bandiera siriana su una torre di trasmissione elettrica che svetta sulla città, trasmettendo poi le immagini nella tv di stato siriana. [MORE]

Le offensive erano cominciate il 19 giugno scorso, quando l’esercito siriano e le forze militari russe avevano accerchiato e isolato la città dal resto della periferia. Daraa era stata a lungo divisa in due: da un lato le forze lealiste, dall’altro quelle ribelle. La resa dei ribelli è avvenuta dopo diversi giorni di trattative durante le quali questi si sono impegnati a consegnare le armi alla polizia militare russa con la promessa di potere lasciare la città. Il portavoce dei ribelli, Ibrahim Jabbawi, ha spiegato all’agenzia di stampa siriana “Dpa” che, in cambio delle armi, i ribelli potranno dirigersi verso nord.

Tuttavia, la situazione resta calda nella regione. Nella vicina cittadina di Tafas i civili hanno manifestato contro le forze lealiste, affermando con fermezza che l’esercito di Assad non è benvenuto.

L’importanza strategica della città viene eguagliata da quella simbolica: proprio a Daraa, infatti, si sono avute le prime manifestazioni contro il governo di Assad, nate in risonanza con le proteste nate in Tunisia e in Egitto. Nella città siriana al confine con la Giordania, dei giovani studenti, alcuni dei quali figli di influenti clan locali, si sono resi colpevoli di avere scritto su dei muri della loro scuola slogan contro il governo di Assad. I giovani sono stati arrestati e la reazione locale è stata conseguentemente molto dura, innescando così una spirale di violenza che poi si è propagata in tutto il paese, coinvolgendo diverse forze regionali e internazionali.

[Foto: The Indipendent]

Velia Alvich


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Scritto da Velia Alvich

Giornalista di InfoOggi

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