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SIRIA, 6 FEBBRAIO 2012 – Sono iniziati questa mattina alle 6:00 i bombardamenti nella provincia di Homs, causando almeno 50 morti, dei quali la maggior parte sarebbero civili. “Si tratta del bombardamento più intensivo sui dissidenti del regime dall’inizio della protesta”, queste le dichiarazioni di un testimone rilasciate per telefono ad Al Arabiya. Gli elicotteri militari stanno bersagliando il quartiere sunnita Baba Amro causando il collasso di molti palazzi residenziali. “Il regime si sta comportando come se fosse immune all’intervento internazionale e avesse il via libera per l’uso della violenza contro le persone” ha dichiarato un membro del gruppo all’opposizione. La pressione internazionale sta crescendo, con la inevitabile condanna della Siria al pagamento di nuove sanzioni. La Russia difende il proprio veto alle Nazioni Unite, dicendo che le potenze occidentali hanno rifiutato di raggiungere un consenso. Il ministro degli Esteri russo ha affermato che “la Russia intende fortemente raggiungere una rapida stabilizzazione della situazione in Siria, attraverso la rapida attuazione di riforme democratiche”. [MORE]
Ma questa decisione, portata avanti anche dalla Cina avrebbe incoraggiato il regime siriano a proseguire con l’uso delle armi per soffocare la rivolta, nella cosiddetta soluzione di sicurezza. Il numero delle vittime non può essere confermato, Damasco nega ogni responsabilità, e vede la morte dei ribelli come un tentativo per cambiare il voto delle Nazioni Unite.
Giulia Cancedda
(fonte foto: ilriformista.it)