Estero
Siria, autobomba esplode vicino a bus sfollati: decine di morti
ALEPPO, 15 APRILE - Un’autobomba esplosa in Siria, nel sobborgo ribelle di Rashideen, situato ad ovest della città di Aleppo, ha provocato decine di morti e feriti.[MORE]
L’esplosione sarebbe avvenuta nei pressi del convoglio di un bus che trasportava persone sfollate da località siriane lealiste. A riferirlo è l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo. Il convoglio, riporta l’OSDH, sarebbe esploso all’interno delle postazioni dei bus che trasportavano circa cinquemila persone sgomberate ieri da Foua e Kafraya, due località pro regime del nordovest della Siria assediate dai ribelli.
I bus attendevano l’accesso nella città di Aleppo e trasportavano per la maggior parte cittadini sciiti provenienti dai due suddetti villaggi, in corso di evacuazione in seguito ad un accordo tra le fazioni in lotta. L'evacuazione, che procede in virtù di un’intesa tra Damasco e i ribelli, sotto la supervisione di Iran, Turchia e Qatar, coinvolgerebbe circa cinquemila persone.
Stando ai termini dell'accordo, le due città filogovernative dovevano essere evacuate e i cittadini condotti verso la provincia di Aleppo, in cambio del permesso accordato ai ribelli e alle loro famiglie di lasciare le città di Madaya e Zabadani, a Nord di Damasco, per raggiungere Idlib. Le evacuazioni erano già iniziate venerdì 14 aprile, con cinquemila sciiti partiti da Kafaraya e Foa e 2.300 ribelli in partenza con le loro famiglie da Madaya.
I ribelli avrebbero però fermato il convoglio sciita a Rashideen per aggiungere nuove condizioni all'accordo originale. Anche il secondo convoglio, quello dei ribelli, sarebbe stato fermato a Ramouseh e si apprende che erano in corso comunicazioni per l'aggiornamento dell'intesa.
Una fonte, chiedendo l'anonimato, ha riferito a Xinhua che la richiesta dei ribelli era che i combattenti sciiti venissero evacuati da Kafaraya e Foa prima dei civili. Una condizione che sarebbe stata rifiutata per paura che gli stessi ribelli potessero attaccare le città dopo la partenza dei militari.
Luna Isabella
(foto da Agi.it)