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Siria, aumenta il numero dei rifugiati in Iraq. Assad: "la soluzione: coesione popolo-esercito"

 DAMASCO, 19 AGOSTO 2013 - Nessuna tregua per i civili siriani, per tutte le donne, i bambini, gli anziani, che quotidianamente lottano contro un inferno che non lascia scampo. Si fugge dalla morte e si teme la vita, quella vita fatta di guerre incessanti e cieli sporchi di sangue innocente. [MORE]

154.000 i rifugiati che hanno raggiunto l'Iraq. "Un esodo senza precedenti" lo definisce l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati "Il mio compito - prosegue - è quello di tentare tutte le opzioni possibili. Questa gente ha seriamente bisogno di aiuti umanitari. Questo forte flusso di rifugiati è uno dei più importanti di tutta la crisi siriana."

Sempre l'Alto Commisariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, fa sapere che la maggior parte degli esuli proviene da Aleppo e da altre città toccate principalmente dal conflitto. Non bastano le "rassicurazioni" del Presidente Assad il quale è sempre più determinato a "sradicare il terrorismo" ritenuto responsabile del conflitto. "La Siria - annuncia - sta impiegando tutte le sue forze per trovare una soluzione politica alla crisi." Quale sarebbe questa soluzione secondo il Presidente? "Una coesione tra esercito e popolo."

Ambizioni promettenti, eppure l'ONU parla chiaro: "100.000 i morti e più di 2.000 i rifugiati dall'inizio del conflitto." In sostanza, si continua a barattare la vita con le armi.

(immagine da Asianews.it)

Rossella Assanti