Politica
Silvio Berlusconi, i Pm chiedono condanna a 5 anni per compravendita senatori
ROMA, 24 GIUGNO 2015 - La Procura di Napoli ha chiesto la condanna a 5 anni per Silvio Berlusconi e a 4 anni e 4 mesi per Valter Lavitola, entrambi imputati nel processo riguardante la "compravendita di senatori" che portò, nel 2006, alla caduta del Governo Prodi.[MORE]
LA VICENDA E LA RICHIESTA DEI PM
Il processo, che annovera, come protagonisti, l'ex premier Silvio Berlusconi, l'ex direttore de L'Avanti, Valter Lavitola e l'ex senatore Sergio De Gregorio, ha nucleo centrale nell'ipotizzato tentativo di corruzione effettuato dal leader azzurro nei confronti di De Gregorio affinché destabilizzasse il Governo Prodi determinandone la crisi e conseguente caduta. In particolare, l'accusa, ha individuato in 3 milioni di euro, la cifra pagata a De Gregorio, da Berlusconi tramite Lavitola, perché cambiasse schieramento. La Procura aveva chiesto il giudizio immediato contro Berlusconi, accusato di corruzione e finanziamento illecito, ma si era proceduto con l'udienza preliminare a causa del respingimento del gip. Sergio De Gregorio ha già patteggiato la sua pena, mentre il 23 ottobre 2013 è stato sentenziato il rinvio a giudizio per Mister B. e l'ex direttore de L'Avanti. In tale sede, Amelia Primavera, gip, aveva ratificato il patteggiamento a 20 mesi. Odierna, invece, la notizia della richiesta di condanna, presentata dal Procuratore aggiunto Piscitelli e dal Pm Alessandro MIlita, a 5 anni per Silvio Berlusconi "regista", e a 4 anni e 4 mesi per Lavitola, "esecutore".
LE PAROLE DEL PM MILITA E DEL PROCURATORE PISCITELLI
"Siamo al cospetto di una delle peggiori ipotesi che si possano prospettare- ha affermato il pubblico ministero Milita - una vicenda che resterà nei libri di storia e servirà come monito per il futuro. Qui abbiamo potere economico per acquistare le persone, sfruttarne le funzioni e dirigerne il voto". Il procuratore Piscitelli ha definito l'operazione di B. come "colossale investimento economico diretto ad ottenere l’unico risultato che interessava all'uomo Berlusconi, ossessionato solo dalla volontà di mandare a casa Prodi e prenderne il posto". Da ciò le attribuzioni e la richiesta "uno è il regista, quello che mette i soldi, l'altro è il faccendiere che fa il lavoro sporco, che fa un lavoro operativo: chiedo cinque anni per Berlusconi, regista e dominus, quattro anni e quattro mesi per Lavitola".
LE DICHIARAZIONI SPONTANEE DI LAVITOLA
Valter Lavitola, durante le dichiarazioni spontanee, ha affermato di non essere a conoscenza delle ragioni per cui Silvio Berlusconi richiedeva i suoi servigi, ossia trasportare pacchetti contenenti contanti destinati all'ex senatore De Gregorio "sono stato corriere inconsapevole. Mi si accusa di avere portato mezzo milione di euro a De Gregorio in un pacchettino. Io ho dato questi soldi black, ma sono stato solo un postino, non conoscevo la ragione del pagamento".
LA CONFESSIONE DI DE GREGORIO...
L'ex senatore, eletto con Italia dei Valori e poi trasmigrato nel Pdl, nella propria deposizione, in tribunale, aveva ammesso che il pagamento di Berlusconi comportava la presenza in Aula, mentre, l'assenza di pagamento, determinava la sua mancata partecipazione alle sedute e il conseguente "panico" per Forza Italia. "Ho pattuito con Berlusconi – disse De Gregorio – di passare allo schieramento di centrodestra in cambio di 3 milioni di euro di cui uno corrisposto sotto forma di finanziamento al Movimento Italiani nel mondo e il resto in contanti, somme consegnatemi in varie rate da Lavitola, che mi disse che la ‘provvista’ avveniva attraverso conti esteri".
E LA LETTERA DI SCUSE A PRODI
In quel periodo venne ascoltato anche Romano Prodi, premier nel 2006, il cui Governo venne minato proprio dalla vicenda in questione. Prodi, a Napoli, dichiarò che circolavano notizie, ma che lui, personalmente, non venne mai informato. Proprio all'ex premier, De Gregorio, scrisse una lettera di scuse "non conoscevo Sergio De Gregorio e ho avuto contezza dell’accaduto solo quando ho ricevuto la lettera con la quale chiedeva scusa per aver fatto cadere il mio governo" dichiarò Romano Prodi.
Per mercoledì 7 luglio è attesa la replica degli avvocati della difesa, e il giorno successivo, 8 luglio, dovrebbe giungere la sentenza.
Fonte foto: reporternuovo.it
Ilary Tiralongo