Salute
Sileri, tamponi gratis? Si può pensare per fasce precise. "Altrimenti verrebbe meno l'impianto del green pass"
Sileri: “Tamponi gratuiti? Si può pensare per alcune fasce precise” Per il sottosegretario alla Salute, con la gratuità per tutti "verrebbe meno l'impianto del green pass" e "non c'è mezzo migliore della vaccinazione per proteggersi"
ROMA, 13 OTT.- – “Cosa ne penso dei tamponi gratuiti? Si può pensare di lavorare a una soluzione per alcune fasce precise della popolazione. Certo, con i tamponi gratuiti per tutti verrebbe meno l’impianto anche del Green pass che, sebbene abbia una doppia anima, cioè con la diagnostica mediante i tamponi e con la vaccinazione, è chiaro che il più è rappresentato dalle persone che sono vaccinate in italia”. Ha risposto così il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, interpellato sul tema a margine del 53esimo Congresso nazionale del sindacato Sumai Assoprof, in corso a Roma presso lo Sheraton Parco de’ Medici Rome Hotel.
“Non c’è mezzo migliore della vaccinazione per proteggersi– ha proseguito Sileri- Il tampone è sicuramente utile e sicuramente dà una fotografia di quel momento ma non previene la malattia e soprattutto, purtroppo, ha una durata breve, cioè anche se il tampone molecolare dura 72 ore, questo è correlato all’incubazione dell’eventuale malattia. Quindi- ha concluso- non c’è nulla di meglio del vaccino”.
“Il green pass rimarrà per molto tempo”
“Siamo praticamente già arrivati al 100% delle riaperture, manca lo sforzo finale sulle discoteche e spero che questo avverrà in pochissimo tempo, così come per i concerti e il distanziamento. La progressione sarà questa: si riaprirà tutto al 100%, poi verrà tolto il distanziamento su tutto, poi verrà tolta la mascherina e poi vedremo il Green pass in quanto tempo“.
“Certo, il Green pass rimarrà ancora per molto tempo– ha proseguito Sileri- perché è chiaro che è l’ultima misura che consente, e lo vediamo dai numeri, di tenere l’Italia con una circolazione del virus molto bassa rispetto ad altri Paesi nord europei, dove oggi i contagi sono di più. Contagi che non significano per fortuna aumento della mortalità- ha concluso- ma sono pur sempre contagi”.
“Pochi i no-vax ‘puri’, molti hanno paura”
“I no-vax ‘puri’ sono pochi, mentre invece molte persone hanno paura in prevalenza del Green pass e della vaccinazione. E sono queste le persone che dobbiamo convincere della bontà del vaccino e del Green pass”.
“Il Green pass, nella sua doppia veste della diagnostica- ha proseguito Sileri- consente di trovare quei positivi che altrimenti non troveremmo e di tirarli fuori dal ‘pool dei donatori di virus’, quindi di contenere la circolazione del virus al di fuori di catene di contagio precedentemente riconosciute”. Dall’altra parte c’è invece la vaccinazione che consente di proteggere la popolazione, perché “chi è vaccinato più difficilmente si prende il virus, più difficilmente lo trasmette e più difficilmente ha una forma grave di malattia. La dimostrazione è che i Paesi che oggi hanno un livello molto alto di vaccinati con la doppia dose- ha concluso Sileri- hanno un numero molto basso di positivi e i ricoveri in discesa”.
Magi (Sumai): ecco soluzioni alla mancanza di specialisti della sanità
"Alla mancanza di specialisti si potrebbe fare fronte. Chiaramente c'è una crisi anche in prospettiva, perché in Italia tra ospedalieri e medici specialist ambulatoriali circa 40mila andranno in pensione entro 5 anni. Quindi gli specialisti mancano, ma in qualche modo li possiamo andare a recuperare. Come? Nella specialistica ambulatoriale basterebbe aumentare a tutti quanti le ore che hanno, mediamente oggi hanno 23 ore e basterebbe portarle a 38". Lo ha dichiarato Antonio Magi, segretario generale Sumai, a margine del 53esimo congresso Sumai a Roma dal 10 al 15 ottobre.
"Il che vorrebbe dire avere circa 5.400 nuovi specialisti a 38 ore che lavorano- ha continuato- in questo momento noi abbiamo già un deficit totale di circa 10mila specialisti, quindi una buona metà l'avremmo già trovata.
L'altra metà potrebbe essere risolta sicuramente tramite l'aumento delle borse specialistiche, che è stato fatto, ma soprattutto facendo lavorare i colleghi che hanno una incompatibilità per poter andare a lavorare nel Servizio sanitario nazionale, ma che ci potrebbero lavorare.
C'è una legge - la 412 - che blocca i colleghi che lavorano nel privato o nel convenzionato che magari lavorano soltanto poche ore la settimana e che invece potrebbero lavorare anche nel Servizio sanitario nazionale, dare il loro contributo e grazie a loro colmare quel gap che c'è rispetto agli specialisti. Poi bisognerebbe fare una riforma vera che riguarda anche il numero di borse di studio rispetto al numero di iscritti a Medicina.
Ossia far completare quello che è il percorso formativo, per cui chiunque si iscrive a Medicina e poi si laurea in Medicina possa trovare una borsa specialistica oppure un corso di formazione specifico per la medicina generale in modo da completare il suo iter formativo. Questo sicuramente permetterebbe di avere professionisti medici sul territorio, sia specialist ambulatoriali, sia medici di medicina generale e in ospedale medici ospedalieri in numero sufficiente per poter andare avanti e quindi portare in futuro la sanità in maniera che possa essere garantito quel servizio sanitario universalistico che in Italia c'è e che altri Paesi non hanno".