Cerca

“Signore, abbi pietà di me” – Papa Leone XIV: la fede che rialza e ridona dignità

Don Francesco Cristofaro
Condividi:
“Signore, abbi pietà di me” – Papa Leone XIV: la fede che rialza e ridona dignità
Notizia in evidenza
Occhio alla notizia
Tempo di lettura: ~3 min

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Nella sua quarta udienza generale Leone XIV ha trattato la parabola di Bartimeo. Chi era quest’uomo e cosa insegna a noi la sua storia di dolore e di rinascita?


Di guarigioni e miracoli Gesù nel Vangelo ne ha fatti veramente tanti. Molti di questi sono avvenuti perché qualcuno ha gridato aiuto. Ed è il caso proprio di questo uomo cieco.


“Con questa catechesi - ha detto Papa Leone - vi invito a mettere davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati. Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci”.


Bartimeo ci aiuta a capire che non bisogna mai abbandonare la speranza, anche quando ci sentiamo perduti. Gesù lo incontrò a Gerico (cfr Mc 10,40-52).


L’Evangelista dice che è seduto lungo la strada, dunque ha bisogno di qualcuno che lo rimetta in piedi e lo aiuti a riprendere il cammino.


“Cosa possiamo fare quando ci troviamo in una situazione che sembra senza via d’uscita? Bartimeo ci insegna a fare appello alle risorse che ci portiamo dentro e che fanno parte di noi. Lui è un mendicante, sa chiedere, anzi, può gridare! Se desideri veramente qualcosa, fai di tutto per poterlo raggiungere, anche quando gli altri ti rimproverano, ti umiliano e ti dicono di lasciar perdere. Se lo desideri davvero, continua a gridare!


Il grido di Bartimeo, riportato dal Vangelo di Marco – «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» (v. 47) – è diventato una preghiera assai nota nella tradizione orientale, che anche noi possiamo utilizzare: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore».”


È vero che Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù! Davanti al suo grido, Gesù si ferma e lo fa chiamare (cfr v. 49). Sembra strano che, davanti a un uomo cieco, Gesù non vada subito da lui.


Molte volte anche noi non comprendiamo perché il Signore non intervenga subito, perché ci lasci in silenzio e in mezzo alle prove ma, se ci pensiamo, è il modo per riattivare la vita di Bartimeo e la nostra. Certe paure, certe prove ci paralizzano completamente e ci inducono a chiuderci a guscio. Gesù lo spinge a rialzarsi, “può rimettersi in piedi, può risorgere dalle sue situazioni di morte. Ma per fare questo deve compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello (cfr v. 50)”.


Per un mendicante, il mantello è tutto: è la sicurezza, è la casa, è la difesa che lo protegge.


Eppure, molte volte, quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare. Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità. Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione.


Per essere riempiti bisogna prima svuotarsi di tutto e, soprattutto, di quelle cose non buone. Per tornare a vedere, bisogna prendere una decisione ferma e mollare all’istante ciò che ci lascia nel buio. Oggi molte cose vengono presentate come luce, gioia ma non sono per niente luce e gioia. Ti danno secondi di felicità e ti abbandonano sul ciglio di una strada.


“Bartimeo, infatti, non vuole solo tornare a vedere, - ricorda il Papa - vuole ritrovare anche la sua dignità! Per guardare in alto, occorre rialzare la testa. A volte le persone sono bloccate perché la vita le ha umiliate e desiderano solo ritrovare il proprio valore.


Ciò che salva Bartimeo, e ciascuno di noi, è la fede. Gesù ci guarisce perché possiamo diventare liberi.”


Ecco cosa oggi ci manca veramente, la Libertà. Una volta una ragazza mi ha detto: “faccio quello che voglio“. In realtà, ciò che lei faceva non era un bene per lei perché la sua libertà apparente la portava a distruggersi la vita. Accogliamo, allora, l’invito di Papa Leone a portare con fiducia davanti a Gesù, le nostre miserie, malattie e anche quelle delle persone a noi care, fiduciosi che Cristo è un buon medico che sa curare ma, soprattutto, sa ridarci la vita vera. Bartimeo ci insegni a gridare senza paura la nostra preghiera: “Signore, aiutami!”.


(Di Don Francesco Cristofaro)


Vuoi restare sempre aggiornato con le notizie più importanti?

Iscriviti ai nostri canali ufficiali:

Riceverai in tempo reale tutti gli aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Scritto da Don Francesco Cristofaro

Giornalista di InfoOggi

Leggi altri articoli

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.