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Sigarette elettroniche: in USA è boom, ma l'Italia è in controtendenza

12 GIUGNO 2014 - Mentre negli Stati Uniti, secondo le nuove proiezioni stimate da Research and Markets, il mercato della sigaretta elettronica è destinato a crescere del 24,2% all'anno fino al 2018, in Italia le abitudini dei fumatori sembrano essere in controtendenza: secondo il rapporto annuale dell'Istituto Superiore di Sanità, il consumo delle e-cig si è dimezzato, passando da un 4,2% nel 2013 all'1,6% di quest'anno, vi sarebbero quindi soltanto 255.000 svapatori contro i 510.000 dello scorso anno. L'alternativa alla e-cig? Le sigarette rollate. Preferite soprattutto dai giovani, le sigarette fatte a mano pare si stiano diffondendo sensibilmente: sono sicuramente più economiche e stanno diventando una moda, tanto che dal 2005 si è registrato un aumento delle vendite del 400%.

Secondo le stime americane, inoltre, si ritiene che il consumo delle sigarette elettroniche in USA supererà in meno di 10 anni quello delle bionde tradizionali, tanto che le maggiori aziende del tabacco stanno mettendo a punto nuove strategie per sfruttare questa nuova fonte di fatturato, acquisendo marchi conosciuti di e-cig per estendere il proprio business. Inoltre, una ricerca pubblicata sul Journal of General Internal Medicine condotta dalla Rutgers Robert Wood Johnson Medical School ha appena valutato un campione di fumatori del New Jersey che hanno dichiarato di aver scelto l'e-cig per smettere di fumare anche per il suo "fascino", oltre che per la sua utilità.  [MORE]

Tra le principali ragioni che invece stanno spegnendo il mercato italiano delle e-cig e mettendo in crisi un settore economico importante per il nostro Paese vi è sicuramente la tassazione al 58,5%: lo Stato italiano considera le sigarette elettroniche al pari di quelle tradizionali, applicando quindi la stessa imposta dei prodotti del tabacco. Tale decisione grava pesantemente sul prezzo finale per i consumatori e mette a rischio il destino di 2500 punti vendita e attività su cui molti giovani imprenditori hanno investito negli ultimi anni. Lo scorso aprile, comunque, il Tar del Lazio ha sospeso tale tassazione, riscontrando nel decreto "profili di irragionevolezza", e ora si attende la decisione della Corte Costituzionale per conoscere le sorti di tutto il settore. Nel frattempo, l'Anafe-Confindistria ha attivato una campagna per raccogliere firme e chiedere al Governo una regolamentazione specifica per le e-cig, diversa da quella che disciplina il settore dei tabacchi.

Un altro motivo che ha determinato il calo dei consumi di e-cig è probabilmente la mancanza di chiarezza dal punto di vista scientifico: nonostante molti ricercatori abbiano dimostrato i benefici delle sigarette elettroniche e la loro utilità per chi desidera smettere di fumare, vi sono ancora opinioni contrastanti sui loro effetti a lungo termine. I ricercatori della University College London però hanno recentemente pubblicato i risultati di uno studio durato 5 anni e condotto su 6mila fumatori che hanno cercato di smettere di fumare con le e-cig: dalla ricerca è emerso che il 60% delle persone che le utilizzano hanno più probabilità di abbandonare il vizio del fumo. Le e-sigarette, inoltre, sono molto più efficaci di cerotti o gomme da masticare alla nicotina.

E' naturalmente necessario effettuare altri studi approfonditi sugli effetti delle e-cig per poter regolamentare il settore in base ai risultati scientifici, e non agli interessi economici. Per il momento è certo che la mancanza di combustione di tabacco nelle sigarette elettroniche non produce tutte le sostanze cancerogene generate invece dalle tradizionali bionde.