Sicurezza, Censis: "Aumenta la paura. Cresce la voglia di sicurezza fai da te"
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ROMA, 27 GIUGNO - Aumenta la sensazione di insicurezza dei cittadini italiani e diminuiscono i reati denunciati. E' quanto emerge dal primo 'Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia' stilato dal Censis e da Federsicurezza per il 2017. [MORE]
Rilevante, la crescita a ritmi sostenuti del desiderio di una legittima difesa 'fai-da-te'. E' il 39% degli italiani - ben 4 su 10 - ad essere favorevole all'introduzione di criteri meno restrittivi per il possesso di un'arma da fuoco, in netta salita rispetto al 26% del campione intervistato nel 2014. Secondo l'indagine, i favorevoli raggiungono più alte percentuali tra coloro in possesso della sola licenza media (51%) e tra gli anziani (41% degli over 65). In parallelo, crescono gli italiani legittimati allo sparo: nel 2017 si contano 1.398.920 licenze per porto d'armi, registrando un +20,5% dal 2014 ed un +13,8% solo dal 2016. Questi dati sono comprensivi delle diverse tipologie d'arma e d'impiego: dalla caccia all'uso personale. Le licenze per il tiro al volo risultano le più facili da ottenere: +21,1% nell'ultimo anno, circa 585 mila. Nel complesso, sono quasi 4,5 milioni di italiani a possedere un'arma da fuoco in presenza di 700 mila minori.
La percezione della paura aumenta tra i cittadini con bassi redditi, i quali risiedono nei contesti più disagiati e hanno minori accessibilità economiche per l'autodifesa: per loro, la criminalità rappresenta il secondo problema più grave del Paese (27,1%), dopo la mancanza di lavoro. Il 92,5% degli italiani adotta almeno un accorgimento per difendersi da ladri e rapinatori: al primo posto c'è la porta blindata, che protegge dalle intrusioni nelle case di oltre 33 milioni di italiani (il 66,3% della popolazione adulta). Ben 21 milioni di cittadini (il 42%) si sono dotati di un sistema d'allarme; piu' di 17 milioni (il 33,5%) hanno montato inferriate a porte e finestre; quasi 16 milioni (il 31,3%) hanno preferito vetri e infissi blindati; più di 15 milioni (il 30,7%) hanno installato una telecamera e poco meno di 10 milioni (il 19,4%) hanno comprato una cassaforte per i propri beni. Come deterrente, lasciano le luci accese quando escono di casa poco meno di 15 milioni di italiani (il 29%).
Il Censis e Federsicurezza fotografano un dato contrastante alla crescente percezione dell'insicurezza: il calo dei reati denunciati. Si stimano complessivamente 2.232.552 reati denunciati nel 2017, con un -10,2% rispetto all'anno precedente. In particolare, gli omicidi si sono ridotti del 43,9% in una decade (dai 611 del 2008 ai 343 del 2017); le rapine passano da 45.857 a 28.612 (-37,6%); i furti scendono del 13,9% (da quasi 1,4 milioni a 1,2 milioni). La concentrazione dei reati, però, amplia le paure. In sole quattro province italiane, dove vive il 21,4% della popolazione, si consuma il 30% dei reati. 4 famiglie italiane su 10 percepisce il rischio di criminalità nella zona in cui vive. Le punte più alte si registrano al Centro (35,9%) e al Nord-Ovest (33%), ma a destare una maggiore preoccupazione sono le aree metropolitane (50,8%) dove si sente insicuro un cittadino su due. La 'Capitale del crimine' è Milano, al primo posto con 237.365 reati commessi nel 2016 (il 9,5% del totale), seguita da Roma (con 228.856 crimini, il 9,2%), Torino (136.384, pari al 5,5%) e Napoli (136.043, pari al 5,5%). Considerando l'impatto dei reati in rapporto alla popolazione, Milano resta in vetta alla classifica, con 7,4 reati denunciati ogni 100 abitanti, seguita da Rimini (7,2), Bologna (6,6), Torino e Prato (entrambe con 6 reati ogni 100 abitanti). Il 21,5% degli intervistati ritiene la criminalità un problema grave per il Paese, al quarto posto dopo la mancanza di lavoro, l'evasione fiscale e le tasse considerate 'eccessive'.
Secondo il rapporto, le forze dell'ordine trovano un largo consenso tra i cittadini. Nel corso degli anni, però, i tagli della spesa pubblica (-1,4% di spesa per l'ordine pubblico e la sicurezza nel periodo 2008-2016, -6,4% la spesa per il personale), hanno inferto un crollo delle unità: tra il 2008 ed il 2016, si sono registrati 22 mila uomini e donne in meno nei differenti corpi di polizia (-86 mila, under 45). Segnatamente, cresce l'età in servizio: oggi il 7,8% degli operatori ha più di 55 anni, mentre nel 2008 gli over 55 rappresentavano solo l'1,9%. D'altro canto, cresce il settore privato della sicurezza nel periodo 2011-2017. "Di fronte alla moltiplicazione delle paure e agli oggettivi vincoli di bilancio, per cui la spesa pubblica non potrà più crescere ai ritmi degli anni passati, una liberalizzazione eccessiva degli spazi di difesa individuali comporta il rischio di pericolose derive giustizialiste. Sicurezza vuol dire professionalità. E' necessario riconoscere pienamente le competenze e le funzioni dei professionisti della sicurezza che, affiancando con successo le forze dell'ordine per assicurare un bene collettivo irrinunciabile, generano valore sociale", si legge nel Rapporto.
Cristian D'Aiello