Politica

Sicurezza: Casellati, se sindaci disobbedissero sarebbe anarchia

ROMA, 6 GENNAIO - Se ora i sindaci si mettessero a non rispettare le leggi, passerebbe "un messaggio devastante per le istituzioni e i cittadini. Sarebbe l'anarchia". Quando "si contesta una norma ci sono forme e sedi appropriate". Quali la Corte costituzionale, che, "nella sua assoluta e insindacabile autonomia", a giorni sara' chiamata anche a valutare l'ammissibilità' del conflitto tra poteri sollevato dal Partito democratico per il caos e le forzature cui e' stata sottoposta la legge di bilancio in Aula. Cosi', alla vigilia della ripresa dei lavori a Palazzo Madama, il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in una intervista al Corriere della Sera. Sull'iter della legge di bilancio, "condivido appieno le riflessioni del presidente della Repubblica. La centralità del Parlamento e' un caposaldo del nostro assetto istituzionale, che trova fondamento nella democrazia rappresentativa disegnata dalla Costituzione.

Senza dubbio il percorso della legge di bilancio e' stato travagliato. Io stessa mi sono trovata a dover invitare, durante il suo esame, il governo e le forze politiche di maggioranza a un piu' rigoroso rispetto del processo legislativo. Ma l'approvazione della manovra ha impedito l'esercizio provvisorio di bilancio che avrebbe causato danni gravissimi all'immagine dell'Italia, innescando speculazioni sui mercati e aumento dello spread, bruciando i risparmi dei cittadini. L'importante e' che un epilogo parlamentare come quello registrato a fine anno sia un'eccezione e non una regola. Perche' occorre sempre garantire spazi adeguati di esame, ponderazione e riflessione nei percorsi di approvazione delle leggi".
Sulla politica del rigore sui vitalizi e sulle pensioni d'oro, "tutti siamo chiamati a dare segnali di razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse pubbliche. Le differenze possono essere sul come ottenere i risparmi, tenendo ben presente sia le ragioni dell'equita' sia quelle della legittimita' dei provvedimenti. Pero' mi pare evidente che ragionare solo sulla politica del rigore sia un approccio riduttivo che non traccia alcuna prospettiva futura del Paese".

Il 2019 "dovra' essere l'anno della ripresa. La politica e' visione del futuro e non solo risoluzione dei problemi del presente. Vorrei percio' un'Italia piu' orgogliosa di se stessa e consapevole delle proprie potenzialita'. Il primo pensiero e' per l'occupazione. Troppi italiani, i giovani e le donne, e soprattutto al Sud, sono senza lavoro. Bisogna fare di piu', a partire da una politica fiscale che aiuti famiglie e imprese che possono e vogliono produrre, assumere, investire. Serve poi un piano per la messa in sicurezza del Paese, sempre piu' a rischio a causa del dissesto idro-geologico acuito dai cambiamenti climatici. E di una politica per la natalita' che consenta ai giovani di poter mettere al mondo figli con serenita' e fiducia. Dovra' essere anche l'anno dei territori: solo con la loro vitalita' tutto questo sara' possibile".

 Fonte immagine da (Il Post)