Cronaca

Sicilia in ginocchio, quarto giorno di protesta. I "Forconi" minacciano altri 10 giorni di sciopero

 PALERMO, 19 GENNAIO 2012- All’alba del quarto giorno di protesta in Sicilia la strategia del Movimento dei Forconi comincia a delinearsi come previsto. Da un lato, l’immagine è quella di una regione paralizzata: le strade principali a cui si è aggiunta oggi gran parte di Viale Regione Siciliana sono bloccate, così come i tratti autostradali, alcuni porti, i mercati e alcuni snodi ferroviari con conseguenti ritardi e soppressioni di treni.[MORE]

I supermercati sono stati presi di mira e svuotati di ogni sorta di prodotto per paura che i prodotti in magazzino finiscano, i distributori di benzina hanno dato fondo alle scorte rimanenti, anche le ultime pompe che fino a ieri venivano prese d'assalto da decine di automobilisti, oggi esibiscono i cartelli con la scritta "esaurito", e gli stabilimenti petrolchimici sono stati chiusi tutti.

Dall’altro lato, tuttavia, i manifestanti sono sempre più convinti a portare avanti le proprie ragioni senza cedere, e annunciano altri 10 giorni di sciopero se la situazione non verrà smossa. E anche chi non è attivo in prima persona, le legittima e le appoggia con la speranza, che la protesta possa essere fruttuosa. Solo dopo l’ennesima accesa dimostranza di ieri davanti l’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), il Governatore che stamattina, insieme ai Prefetti siciliani, ha ricevuto una delegazione dei movimenti di protesta, ha deciso di venire incontro agli autotrasportatori.

E’ stato, infatti, reso noto che è stata data attuazione all'articolo 68 della legge regionale 6 del 2009, che prevede aiuti agli autotrasportatori, grazie a un fondo economico con una dotazione iniziale di 15 milioni di euro, destinato a finanziare crediti di esercizio ed aiuti per gli investimenti.

«Il governo - ha detto il sottosegretario - è al lavoro fin dal suo insediamento per mettere in campo misure che vadano incontro alla categoria degli autotrasportatori. La situazione siciliana desta ovviamente molta preoccupazione, soprattutto in considerazione degli allarmi lanciati dal procuratore Messineo, dalla Confindustria e dalla Regione Sicilia. Il governo, da parte sua, non è fermo. Nei primi provvedimenti utili, inseriremo nuove norme a favore dell'autotrasporto. Ci siamo mossi innanzitutto sulla questione degli aumenti del costo del gasolio e delle accise».

Nel frattempo la protesta isolana diviene di dominio pubblico e si estende oltre lo stretto, in Calabria, dove da ieri numerosi Tir hanno iniziato una mobilizzazione bloccando alcune strade statali, l’accesso ad alcune uscite autostradali, l’ingresso di alcune città e pianificando di creare disagi a Villa San Giovanni.

 

Maria Lo Porto