Politica

Sicilia, Ettore Leotta, adottato il ddl di riforma delle Province

PALERMO, 10 FEBBRAIO 2015 - La commissione Affari istituzionali dell'Ars ha adottato oggi il disegno di legge di riforma delle Province che apporterà sensibili modifiche alla precedente legge istituente i liberi Consorzi. [MORE]

Il documento, di 55 articoli, presentato dall'Assessore alle autonomie Ettore Leotta, comporterebbe la riduzione da 9 a 6 Liberi Consorzi e l'introduzione di 3 città metropolitane di area. In accordo con la riforma Delrio, ogni ente avrà funzioni di coordinamento e gestione, con la possibilità di acquisire dalla Regione, altre funzioni.

Presidenti e sindaci, dei nuovi enti, saranno scelti mediante elezione di secondo livello e saranno candidabili i sindaci in carica nei comuni membri delle aree d'elezione, sono esclusi dalla nomina coloro i quali presenteranno condanne, anche non definitive. Altra limitazione è il divieto di eleggere, all'interno della giunta, coniuge, parenti e affini entro il secondo grado di presidenti e sindaci.

Nessun emolumento per gli eletti e carica quinquennale, saranno ammessi rimborsi spese per vitto, alloggio e trasporti, purchè reali e documentati, si prevede inoltre l'abolizione dei difensori civici e la sostituzione con un "nucleo di valutazione territoriale". Le funzione dei Liberi Consorzi saranno attinenti a pianificazione e controllo territoriale, ambientale e ancora trasporti e sviluppo, funzioni che apparterranno anche alle Città Metropolitane, con l'aggiunta di digitalizzazione, vigilanza, viabilità, formazione, raccolta e smaltimento rifiuti e altre attività comprese quelle individuate dalla legge regionale 27 marzo 2013, n°7 eccezion fatta per le competenze esclusive regionali.

La posizione giuridica dei dipendenti non cambierà nelle nuove mansioni, e verrà istituito l'Albo unico dei dipendenti in servizio, con contratto di lavoro subordinato (a tempo determinato e indeterminato). Aree coinvolte dal nuovo ddl, come città metropolitane, sono Catania, Messina e Palermo, città nelle quali si era già provveduto con votazioni, di conseguenza i comuni che avevano deciso, con referendum, di aderire ad un diverso Consorzio, dovranno nuovamente pronunciarsi, e ciò vale, ad esempio, per i comuni di Niscemi, Piazza Armerina e Licodia Eubea.

Fonte foto: sicilialive.it

Ilary Tiralongo