Cronaca

Sicilia, bufera su manager e politici. Soldi della formazione spesi per escort e viaggi: 17 arresti

PALERMO, 20 GIUGNO 2013 - È una vera e propria bufera quella che si è abbattuta ieri sulla Regione Sicilia, o meglio su manager e politici siciliani. Dall’operazione portata a compimento dalla Guardia di Finanza di Palermo emerge un quadro che definire sconfortante è eufemistico, soprattutto per i tanti giovani di belle speranze che per la propria formazione ripongono fiducia nelle istituzioni siciliane.[MORE]

Le indagini della Procura, coordinate dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Calogero Gaetano Paci, Pierangelo Padova, Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Alessandro Picchi, hanno sgominato quello che è stato definito come un collaudato “Comitato d’Affari” che per anni, esattamente dal 2008 al 2012, ha non soltanto pilotato appalti di grandi eventi in Sicilia ma ha di fatto “investito” ingenti finanziamenti stanziati dalla regione, e destinati ad importanti progetti per la formazione professionale, in viaggi, escort, regali di lusso e perfino biglietti e abbonamenti allo stadio da offrire ai vari politici di riferimento che in questo modo favorivano e garantivano ogni illecito malaffare.

Un sistema a delinquere gestito e messo principalmente in atto dal manager Faustino Giacchetto, fino a ieri un apparente imprenditore nel campo della comunicazione. Eppure attorno a lui girava l’intera macchina. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Luigi Petrucci, «il presente procedimento fa luce su di un ingegnoso e complesso meccanismo che ha avuto quale unico scopo il programmato e continuo latrocinio di ingentissime somme pubbliche, attraverso l’utilizzo dello schermo sociale rappresentato dell’ente di formazione Ciapi di Palermo. Tale “sistema” - si legge nell'ordinanza - è stato progettato, diretto e realizzato da Faustino Giacchetto. Il Giacchetto ha creato un sistema criminale, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità, riusciva, da un lato, a far ottenere al Ciapi, che gestiva in piena autonomia, cospicui finanziamenti nell’ambito di diversi progetti via via autorizzati, dall’altro, a incamerare personalmente una cospicua parte di tali provvidenze – attraverso l’utilizzo di società al medesimo riconducibili -, che utilizzava per bisogni personali, ovvero proprio per le pratiche di corruttela e per alimentare quel complesso sistema di favoritismi e scambi che nulla hanno a che fare con quella che è l’oggetto dell’amministrazione dei pubblici bisogni e del “fare politica”».

Appunto, un sistema che “nulla dovrebbe avere a che fare con la politica”. Ma si sa il connubio amministrazione-politica è negli affari il matrimonio più ambito specie quando ogni pratica tende alla truffa. E così per facilitare ogni iter burocratico Giacchetto garantiva servizi e favori, del tutto particolari come già anticipato, ai politici capaci di aiutarlo. Politici che all’interno del panorama siciliano sono di alto profilo, su tutti il senatore del Pdl Francesco Scoma, ex assessore al Lavoro, che deve difendersi dall’accusa di corruzione, e l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, che deve rispondere di finanziamento illecito dei partiti. Entrambi sono al momento indagati, assieme ad altri illustri colleghi come Santi Formica e Carmelo Incardona, ed ancora Nicola Leanza, Gaspare Vitrano, Salvino Caputo e Nino Dina.

Il provvedimento firmato dal gip Luigi Petrucci ha portato all’arresto, oltre di Faustino Giacchetto, di altre 16 persone tra i quali: l’ultimo presidente del Ciapi, Francesco Riggio; l’ex dirigente dell’Agenzia per l’impiego Gaspare Lo Nigro; l’ex deputato e assessore regionale Luigi Gentile; Domenico Di Carlo; il dirigente generale della Regione ed ex assessore Gianmaria Sparma; l’imprenditore Pietro Messina; la moglie di Giacchetto, Concetta Argento, e la segretaria dello stesso manager, Stefania Scaduto, accusate a vario titolo di associazione a delinquere e corruzione.

Sono invece ai domiciliari: l’imprenditore Massimiliano Sala, e due funzionari del Ciapi, Carmelo Bellissimo e Sandro Compagno. Una seconda ordinanza in carcere, per l'indagine riguardante quattro gare dei cosiddetti "Grandi eventi" della Regione, è stata notificata oltre a Giacchetto, anche all'imprenditore Luciano Muratore, al funzionario regionale Antonino Belcuore: devono difendersi dall'accusa di turbativa d'asta. Ai domiciliari, con l'accusa di corruzione, vanno invece il dirigente dell'assessorato al Turismo Elio Carreca e l'ex vicario del capo di gabinetto dell'assessore al Turismo Bruno De Vita.  

(Immagine da horsemoonpost.com)

Giovanni Maria Elia